Che ne sanno i Duemila? Questa volta siamo giustificati a usare la frase. Che ne sanno i giovanissimi di un concerto che ha cambiato la musica elettronica e la percezione di tutti noi rispetto al concetto di live nella dance? Dieci anni fa, il 12 luglio 2007, i Daft Punk arrivavano in Italia con la loro piramide. E nulla è stato più come prima.
Il 12 luglio 2007
Era una giornata estiva come tante, i concerti e i festival erano molto popolari ma non c’era la frenesia e il glamour che oggi riveste i grandi eventi musicali. Nessuno aveva idea che quel giorno molto sarebbe cambiato nelle nostre vite di appassionati. Traffic Festival è stato una pietra miliare dell’intrattenimento nel nostro Paese, portando in Italia diversi act mitologici come Aphex Twin e Underworld. E poi, i Daft Punk. La piramide. Qualcosa che sarebbe diventato icona, leggenda, dogma. E qui è bello pensare ai Millennials. Che ne sanno? Probabilmente a loro la piramide non dirà molto, abituati a scenografie e stage design molto più imponenti e spettacolari, ai fuochi d’artificio, ai laser in quantità, alle nuvole di CO2, alle fiamme e ai muri di ledwall. Ma nel 2007 l’idea che due dj girassero con una produzione degna di una band era davvero avanti. Di più. Perché i Daft Punk non sono propriamente dei dj, perlomeno da anni; sono due producer, anzi due deus ex-machina, due catalizzatori di eventi, sia in studio, sia dal vivo, sia nell’immaginario collettivo.

Robot Rock
Nel 2007 i Daft Punk portavano in giro per la prima volta un concept totalmente nuovo e altamente innovativo. Guy-Man e Thomas avevano deciso di spingere sull’acceleratore della loro geniale trovata utilizzata durante il periodo di ‘Discovery’, pensando bene di restare per sempre due robot, con maschere e costumi. ‘Human After All’ è il loro album meno riuscito, meno figo, non c’è nessuna ‘One More Time’ o ‘Get Lucky’, non ci sono le rivoluzioni estetiche di ‘Homework’; dicono di averlo prodotto in poche settimane (e si sente) e i singoli non sono così potenti. Eppure diventano feticci. Come tutto ciò che riceve il tocco magici dei Daft. ‘Robot Rock’, il singolo di lancio, ha un titolo profetico: il rock dei robot, quasi un involontario manifesto del tour Alive 2007, quello che due anni dopo porterà la piramide a Torino a sconvolgerci la vita. A mescolare le carte tra dj set e concerto, portando lo show a un altro livello, e dando inizio a quell’evoluzione che nel giro di pochi anni ci ha portati ad abituarci davvero bene, con i super stage dei festival come EDC, Tomorrowland, Mysteryland, e alle performance scenograficamente spettacolari di tutti i grandi dj di oggi, che non mettono piede in consolle senza un imponente apparato scenico a supportarli. Per alcuni un nuovo livello di show, per altri un tradimento del djing delle origini. Non siamo qui per parlare di questo. La rivoluzione l’hanno iniziata i Daft Punk e di ciò va preso atto.

Una serata indimenticabile
La corsa verso il parco della Pellerina, i navigatori che non erano così precisi e affidabili come oggi, le indicazioni, il casino. L’apertura di Who Made Who, il concerto di LCD Soundsystem (come sembrano lontani questi nomi dal panorama di oggi!), e la grande attesa, la curiosità di vedere la piramide prendere forma. E poi loro. I Robot. Le divinità. Gli Intoccabili, gli Irraggiungibili, il mistero e l’alona di leggenda che li circondava già allora. Sapevamo di essere davanti a qualcosa di indimenticabile, si percepiva nell’aria. Certe cose si sanno d’istinto, c’è un’elettricità speciale quando succedono. Alive 1997, Alive 2007. Questi due che non si fanno vedere in giro per dieci anni e fanno il tour del secolo, un ritorno col botto. Si spingono dove nessun dj, nessun producer si era spinto mai. Decidono che è il momento di diventare superstar, e questo salto lo fanno fare a tutto il mondo dei dj in capo a qualche anno. Le luci della piramide, che sembra un’astronave, ha la solennità del monolite di ‘2001: Odissea Nello Spazio di Kubrick, e sembra atterrare davvero da un altro pianeta. La scaletta e le hit passano in secondo piano, a Torino quella notte è successo qualcosa da cui non siamo tornati indietro. Auguro a tutti i Duemila di vivere un momento così catartico e rivoluzionario nella vita.
12.07.2017