foto ufficio stampa EXIT
In questo momento nel mondo sono in corso più di 50 conflitti, così come non si contano quelli che sui libri di storia vengono o venivano definiti moti di piazza. In entrambi i casi giusto un paio catturano l’attenzione dei media e dei social italiani: ora come allora – ovvero quando ancora si parlava di Jugoslavia, prima che tutto quanto esplodesse – quanto accade in Serbia sta passando abbastanza sotto silenzio.
Silenzio squarciato nel nostro settore dalla recente notizia relativa all’EXIT Festival, i cui organizzatori hanno annunciato che con tutta probabilità che l’edizione di questa estate, – in programma a Novi Sad da giovedì 10 a domenica 13 luglio – sarà l’ultima a svolgersi in Serbia.
I motivi? Nel novembre dello scorso anno EXIT si è apertamente schierato a fianco delle proteste anti-corruzione guidate dagli studenti serbi: lo stato ha reagito privando EXIT di tutti i finanziamenti governativi, inclusi i contributi culturali. Anche gli sponsor fanno fatto di conseguenza marcia indietro.

“L’EXIT di questa estate sarà l’ultima a svolgersi in Serbia, dove la libertà di espressione è sistematicamente repressa – ha dichiarato Dušan Kovačević, fondatore e direttore del gruppo EXIT Festival con un post su Instagram – Questa è la decisione più difficile nei nostri 25 anni di storia ma crediamo che la libertà non abbia prezzo. Con questo gesto stiamo difendendo non soltanto EXIT, ma anche il diritto fondamentale alla libera espressione per tutti gli operatori culturali del mondo. Li invitiamo a unirsi a noi in questa battaglia”.
EXIT 2025 si prospetta essere un’edizione indimenticabile. Purtroppo non soltanto per i suoi contenuti artistici, perchè non è vero che la libertà non ha prezzo. La libertà costa.
19.06.2025