Dj, musica da ballare, alta montagna. Se nei giorni passati ha fatto molto parlare di sè una performance sulle nevi di un noto dj e producer americano, non proprio per i suoi virtuosismi (o forse sì, è arte ed è così avanti che non lo capiamo), in Italia si è invece celebrata la prima edizione di un nuovo, piccolo, festival sulle nevi. Ralf On Snow. Ed è stata una “prima volta” decisamente positiva, bella, piacevole.
In Italia, nonostante le località sciistiche abbiano da anni intercettato il meccanismo del divertimento notturno e del clubbing, con brand che dalle grandi città si spostano nelle maggiori piazze invernali per la stagione, i festival in alta quota ancora latitano. Mentre in Svizzera, in Austria, in Francia la pratica è ormai diffusa (Snowbombing, Caprices, Polaris, Rave On Snow, Tomorrowland Winter…), in Spagna si comincia a vedere quaocosa di interessante (Sun And Snow), e in USA non stiamo nemmeno a elencare gli innumerevoli appuntamaenti della stagione fredda, da noi c’è ancora molta ritrosia nel proporrre qualcosa di analogo. Proprio per questo Ralf On Snow ha rotto gli indugi ed è stato assolutamente diverso da ciò che si vede in giro. Per tante ragioni. Sicuramente, per la location: Livigno è una stazione sciistica particolare, dedita a un turismo abbastanza “alto” e quindi lontana da certe rotte più “solite”. Poi, perché essendo una prima edizione, giustamente il tutto è partito con determinate cautele. Che sono state però un fattore positivo.

La line up dei tre giorni non prevedeva superstar o pesi massimi di grandezza mondiale. Solo il padrone di casa, Dj Ralf (già di suo sufficientemente star per richiamare un bel numero di persone) e alcuni bravi dj amici suoi, alcuni famosi al grande pubblico, altri in ascesa, coltivati nel vivavio di Ralf e Laterra. Fabrizio Mammarella, Federico Grazzini, Ricky Le Roy, Fresco, Philipp & Cole, Pôngo, E-dward!, Fimp, Tommy All, Cristian Rot, Indigo Tribe. Ed è stata la scelta giusta, perché il clima era quello di un gruppo di dj che sono lì per la musica, in amicizia, con la voglia di condividere il mixer più che di guardare all’orologio e chiudere il set passando all’incasso. La stessa percezione che si aveva, concreta, in pista. Ralf On Snow è quello che definiamo boutique festival, di fatto un festival per il format e per la sua natura, ma piccolo, contenuto. Con il quartier generale al Bivio Club, locale del centro di Livigno dove la sera l’impressione è stata veramente quella del basement stile londinese, con la musica che impacchettava il club. Lì si sono svolte le due serate “main”, da mezzanotte alle 4, e una chiusura domenicale orario aperitivo, dopo le 17 (sì, in montagna si mangia presto). Splendida e suggestiva invece la location del Dizziness Stage, situato proprio sulla neve, un grande igloo in struttura, trasparente, dentro la musica, il bar, le luci, fuori il bianco immacolato. Perfetto. E bellissimo anche il set della domenica pomeriggio, a fondo piste, vicino al bar. Perfetto per chi arriva dalle piste, perfetto per chi arriva dal relax del bar.
La prima edizione ha avuto tutti i crismi della prima edizione: un pubblico appassionato che segue Ralf; qualcosina da aggiustare, ma davvero pochi dettagli perché l’organizzazione ha funzionato bene e tutti sembravano contenti e soddisfatti; il sapore dell’esperimento, del mettere in pista qualcosa di nuovo, che se da un lato rispecchia la filosofia del collaudato Ralf In Bikini primaverile, dall’altro porta con sè elementi differenti e molti punti interrogativi, considerando che la montagna e la stagione danno sempre poche certezze. Ma il bello di Ralf On Snow, a conti fatti, è stato proprio questo suo rispecchiare l’attitudine Ralf, quel feeling sbarazzino che contraddistingue il dj umbro, che è amato, oltre che per la musica, per il carisma, per essere uno alla mano, uno di noi, uno che abbatte le barriere tra le persone. In questo, Ralf On Snow ha avuto davvero il gusto delle cose fatte in casa, artigianali, dove si va a sentire dei bravissimi dj ma li si può anche incontrare sulle piste di sci o al bar, senza troppe menate. In un mondo di festival e di eventi con troppi paletti, sovrastrutture, è bello che ci siano occasioni di questo tipo, rilassate, godereccie, ben organizzate ma con lo spirito orginario della club culture, quello di stare insieme sotto la bandiera della musica.
10.12.2019