• VENERDì 09 GIUGNO 2023
Storie

Rap Italiano, estate 2021, dove eravamo, dove siamo, dove andremo: il punto

Tendenze in fase discendente, big in grande spolvero, successi crossover, poche novità: ecco cosa si muove nel mare magnum del rap tricolore

Questa lunga, o breve, estate sta per giungere al termine, in fondo siamo già oltre la metà di agosto, e il tempo per il sole e per il mare è quasi alla fine – per i fortunati che possono permettersi di andare in vacanza. L’estate però può essere anche un buon momento per tirare le fila di quanto successo nei primi mesi di questo anno, e cercare di prevedere dove andremo da qui alla fine del 2021. Pochi infatti sono gli artisti che fanno uscire progetti di spessore in agosto – tolto Kanye West, di cui stiamo aspettando ‘DONDA’.

Ora, in questa prima metà dell’anno non ci è andata molto bene e, in generale, è evidente, per chi abbia un minimo di polso sulla situazione, che il rap italiano non stia vivendo uno dei suoi momenti migliori. La trap ormai è come il pesce vecchio, puzza dalla testa, e i fenomeni che fino a qualche anno fa facevano impazzire le classifiche e gli haters, adesso assomigliano ai gatti grassi e paciosi che spopolano sulla pagine Instagram. Abbiamo infatti assistito al primo disco ufficiale di Tony Effe, che si è salvato a livello commerciale perchè ‘Effe’ è diventata un trend su Tik Tok; al secondo disco di Capo Plaza e ‘Ritorno del Vero’ di Side Baby, lavori che sanno di mediocrità sotto tutti gli aspetti; allo scioglimento della FSK con relative domande sul futuro dei singoli membri. Tutte notizie che fanno hype per un paio di settimane al massimo, poi si sgonfiano, soppiantate dall’altra news del momento. In un loop infinito in cui ad ogni fine settimana siamo punto e a capo.

 

I trend di questo 2021 sono stati tre: primo, i “finti” mixtape, leggi su tutti ‘Fastlife vol.4’ e ‘Keta Music 3’, prodotti freschi e leggeri concepiti come una serie di esercizi di stile che servono a mantenere in hype i nomi, e gli status degli artisti in questione. Sono dischi brutti? Assolutamente no, sia ‘Keta Music 3’ che ‘Fastlife 4’ hanno una loro assoluta dignità e contengono anche spunti interessanti, nonché l’obiettivo (neanche troppo velato) di rimettere la trap al suo posto, dopo anni di predominio delle classifiche per portare il rap più “classico” al centro del villaggio. Sotto questo punto di vista gli ottimi risultati di ‘Fastlife vol.4’ fanno da apripista per tutti quelli che vorranno confrontarsi con questo tipo di percorso. Basta per ridare energia al genere? Non credo, però è un tentativo di fare qualcosa di controcorrente, quindi ben venga.

Il secondo trend è stato quello dei producer album. Ad essere precisi, i producer album sono un trend da quando The Night Skinny ha dimostrato che possono avere senso sia a livello artistico che commerciale. Anche qui, vedi discorso sopra, non si tratta di dischi brutti, però non tutte le ciambelle escono con il buco: per ogni ‘Obe’ (discone e successone di Mace) che apre nuove possibilità inedite, c’è un ‘Milano Soprano’ di Don Joe che delude le aspettative. Cosa fa la differenza? l’identità artistica: chi in questi anni ha saputo coltivare una personalità definita indipendentemente dagli artisti con cui ha lavorato, è stato premiato; chi si è adagiato sugli allori o non ha sviluppato una ricerca forte e indipendente, non ha ottenuto consenso. Non a caso i due producer che in questi anni sono stati, in modo diverso, il centro di alcune delle proposte più interessanti, sono appunto The Night Skinny e Mace.

 

Ultimo, ma non ultimo per importanza, è il discorso legato alla drill. Innanzitutto, è buona cosa sapere di cosa stiamo parlando; in sintesi: la drill è un sottogenere del rap (come la trap) nato nel 2012 da Chief Keef, poi apparentemente morta, rivitalizzata da alcuni producer inglesi, ed esplosa con Pop Smoke che ha esportato il genere in tutto il mondo. Ci siamo fino a qui? Il trend arriva in Italia grazie alla Seven Zoo, collettivo di Milano che vede in Rondodasosa il suo frontman e la sua stella più luminosa, e che si propone come la novità del momento. È effettivamente la novità? Si. È qualcosa che da nuova linfa al genere? No, e non perchè questi ragazzi siano scarsi o poco credibili o altro ancora, ma perchè si tratta dell’ennesimo tentativo di prendere qualcosa che va all’estero, e riproporlo senza alcuna chiave interpretativa personale. Quanto durerà? Se tanto ci dà tanto, qualche anno, e poi sparirà senza troppi rimpianti.

Fin qui pare tutto abbastanza lineare, no? Quindi di dischi interessanti ne sono usciti? Sì, qualcosa, ecco una breve carrellata: il nuovo ‘SOLO TUTTO’ di Massimo Pericolo, ‘Don’t Panic’ di Tedua, ‘Medioego’ di Inoki, e poi, in un ambito sicuramente in orbita urban ma molto più vari e crossover, ‘Obe’ di Mace, l’esordio di Madame, ‘Banzai’ di Frah Quintale e ‘Ghettolimpo’ di Mahmood, il ritorno in grande stile dei Sottotono con ‘Originali’ e la formidabile ‘Mastroianni’ che hanno rimesso il classic rap al centro della scena– oltre ai già citati ‘Fastlife vol.4’ e ‘Keta Music 3’. Menzione speciale per l’album ‘Red Bull 64 Bars, The Album’ che ha raccolto le speciali tracce prodotte per il format dell’energy drink che mette le ali, anche perché sia dal lato mc sia da quello beatmaker è una sorta di all-star album con alcune punte di eccellenza totale (i due episodi con Marracash ma anche Lazza, per citarne un paio).  Chiaramente mi sarò dimenticato qualcuno, mi perdonerete, però direi che questo è il grosso che ci ha regalato il 2021.

 

Piani per il futuro? Difficili da dire con certezza, la situazione Covid ha chiaramente impattato anche su questo fronte, però è inevitabile che con la prospettiva di possibili aperture moli artisti faranno le loro mosse, con dischi di numerosi big che dovrebbero uscire da qui ai prossimi sei mesi: Salmo (ed evitiamo di aprire il vaso di pandora che lo sta vededo al centro di numerose riflessioni dibattiti, polemiche per il live di Olbia), Luchè, Noyz Narcos, Fabri Fibra su tutti, e forse un nuovo album di Marracash – oltre a tanto altro materiale che si sbloccherà nel momento in cui ci saranno certezze in merito ai live. Di sicuro il momento è di risacca, con numerosi artisti che stanno facendo fatica a durare e la cui posizione scricchiola nonostante i numeri e i platini, che fino ad oggi sono stati usati come giustificativo per dischi mediocri, e che ora assomigliano sempre più a pezzi di plastica colorata e sempre meno a riconoscimenti per il valore del percorso. L’orizzonte per le nuove proposte si sta aprendo e chi avrà qualcosa di diverso da offrire verrà premiato, come d’altra parte è sempre stato, ma come forse ci eravamo dimenticati, dominati e asfissiati dai numeri della trap, che ha fatto il suo dovere, ma a cui quest’anno ha scritto definitivamente la parola fine. Avanti il prossimo.

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