David Guetta è il nuovo numero uno della più strana DJ Mag TOP 100 della storia. Un contesto storico imprevedibile l’ha infatti privata del suo elemento fondamentale: la partecipazione dal vivo. La cerimonia virtuale di sabato sera ha incoronato l’artista francese nel giorno del suo 53° compleanno, dieci anni dopo la sua prima (e fino a ieri unica) vittoria. La formula della premiazione ha tristemente ricalcato uno scenario che ormai ci tiene compagnia da molti mesi: informazioni sullo stato sierologico dei protagonisti e location vuote.
Nonostante tutto però, 1 milione e 300 mila voti arrivati da ogni angolo del mondo hanno plasmato una TOP 100 che presenta alcuni interessanti elementi di discontinuità con il recente passato. House e techno fanno ormai parte della maggioranza di governo (l’Alternative Top 100 approfondirà questo aspetto). Che sia maschia o femmina, bianca o nera, il melting pot tra i principali generi elettronici è evidente e ormai strutturato. Una biodiversità fondamentale per la sopravvivenza dell’intero ecosistema, chiamato alla sua sfida più difficile. Lo stesso David Guetta, ha rimarcato l’importanza di tenere alta l’attenzione sull’intero settore, senza dimenticare tutte le maestranze che gli permettono di esibirsi in show incredibili in tutto il mondo. Un monito che arriva dritto ai governi di tutto il mondo, troppo spesso negligenti con il mondo dei club:
“Non sono solo gli artisti, ma anche i promoter locali che lavorano sodo, i team di sicurezza e i tecnici in tutto il mondo che hanno reso la musica dance un settore così enorme e fiorente chiedono rispetto a tutti i livelli. È il momento di fare di più. Il nostro settore è stato duramente colpito quest’anno. Milioni di persone hanno perso il lavoro e i governi di tutto il mondo non sono riusciti a riconoscere l’importanza delle industrie della musica e dell’intrattenimento. Hanno bisogno di supporto come qualsiasi altro. La cultura non può essere messa nel dimenticatoio. I governi devono agire”.
Guetta lo ha fatto, raccogliendo oltre 1 milione e mezzo di dollari attraverso i suoi eventi in live streaming da Miami e New York, che hanno incollato ai device 50 milioni di spettatori, alzando ancora una volta l’asticella della percezione del mestiere del dj. Se oggi siamo qui, a commentare questa classifica, fremendo in attesa del giorno in cui potremo tornare a ballare, gran parte del merito è di Re David. Nel 2011 la prima vittoria di Guetta aveva fatto gridare allo scandalo i conservatori che non vedevano di buon occhio l’ascesa di un meticcio dalla contaminazione facile. Dieci anni dopo siamo ancora qua a celebrarlo nella consapevolezza della sua indubbia credibilità, che negli anni ha convinto molti detrattori.
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232 paesi hanno partecipato alla creazione della più grande graduatoria per dj del mondo. Praticamente tutto il mondo, dal Marocco al Myanmar, dal Sud Africa al Vietnam. 50 voti sono arrivati dalla Groenlandia, 52 da San Marino, 924 dalla Siria e 1 voto addirittura da Città del Vaticano! A dimostrazione di come la musica dance sia un linguaggio universale capace di unire popoli senza distinzione di razza, sesso e religione. Una piattaforma speciale (djmagvote.cn) ha permesso ai cinesi di partecipare a questa grande festa, mentre indiani, brasiliani e messicani hanno dimostrato, ancora una volta, un affetto senza precedenti. Pensare che in mezzo a problemi decisamente più incombenti abbiamo trovato alcuni minuti per supportare il loro dj preferito fa emozionare.
In pochi mesi tutte le nostre certezze sono state annientate da un nemico subdolo e infame. In un anno così destabilizzante, il pubblico ha premiato la sicurezza e la storia di David Guetta. Una vittoria giusta, al momento giusto. Nessuno come lui ha saputo unire il mondo attraverso messaggi di amore, pace, condivisione e uguaglianza che caratterizzano la sua immensa discografia. Emblematico che in un momento terrificante per il mondo della musica la categoria dei DJ e dei produttori di emozioni sia rappresentato da uno come lui.
Lunga vita a Re David, il prescelto!
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08.11.2020