Quanti fra voi saprebbero contare più di cinque libri italiani dedicati al mondo della musica elettronica “di consumo”? Non credo molti. Anche il sottoscritto fa fatica a pensare a dei titoli validi che non provengano dal mondo angolosassone o da quello tedesco (spesso fra l’altro questi ultimi non sono nemmeno tradotti nel nostro Paese), e il fatto che un libro fondamentale come Electronica di Zingales non sia mai stato ristampato, al contrario di altri titoli Giunti dedicati ai generi della musica pop e rock (vedi ad esempio Hip-Hop di Paolo Ferrari, ripubblicato qualche anno fa in un’edizione accresciuta nel formato e nei contenuti), è indicativo del disinteresse che l’editoria italiana prova nei confronti della musica di cui trattiamo qui a Dj Mag. Per fortuna non sono pochi i colleghi che scrivono di musica elettronica con professionalità e passione, ma quando si tratta di proporre storie, analisi, riflessioni intorno a questo bellissimo e affascinante genere musicale, la qualità e la quantità dei discorsi si abbassa tremendamente.
Riccardo Balli, in arte Dj Balli (nomen omen, un nome un destino), è fra quei personaggi che da sempre propone idee trasversali, provocatorie e spesso piacevolmente ‘moleste’ nell’ambito della musica elettronica, sia in qualità di musicista e dj, sia come ‘agitatore culturale’ in senso lato (vedi ad esempio i suoi interventi sulla rivista underground «Datacide», fondata dal boss della Praxis Records Christoph Fringeli). Era naturale dunque che a colmare parzialmente questo vuoto ci pensasse il fondatore di un’etichetta che va sotto l’evocativo nome di Sonic Belligeranza (attiva ormai dal 2000 nell’ambito del breakcore e del noise), con una pubblicazione per la sempre attenta Agenzia X dal titolo altrettanto evocativo:”Apocalypso Disco”.

Di che cosa si tratta esattamente? Struttura e contenuto della pubblicazione vanno in direzione apparentemente contraria alle mie premesse: non si tratta infatti di un saggio o di una storiografia dell’universo elettronico, bensì di un mash-up, in perfetto stile djistico, nel quale Balli mescola racconti letterari che manipolano (campionano, se preferite) un maestro come Philip K. Dick con interventi plurali di altri dj, producer e studiosi di musica elettronica. Il tutto per offrire uno sguardo a volo d’uccello sulla frammentazione dell’universo musicale post-techno che ha generato la miriade di suoni di fronte ai quali ci troviamo oggi. E proprio quello che apparentemente è il punto debole del volume, ovvero la sua frammentarietà, finisce per essere il suo punto di forza. Più che definitivo, dunque, un libro iniziatico, e qui mi riallaccio al discorso introduttivo: sia a chi non conoscesse quella enorme galassia che va dalla psy-trance alla chiptune (con tutto il sottobosco che ci sta in mezzo), sia a chi desiderasse finalmente provare a parlare dell’impatto che queste pratiche alternative all’interno della musica elettronica di consumo hanno sulla quotidianità umana e politica di molti appassionati, Riccardo Balli offre finalmente una ‘piattaforma cartacea’ dalla quale partire per future – e necessarie – esplorazioni.
13.01.2015