Foto: Dario Desirianna
Rocco Fusco e Tiberio Carcano hanno realizzato negli anni il sogno di molti ragazzi: dalla loro Trani, in Puglia, si sono trasferiti a Milano spinti dalla passione per la musica e per la consolle. E proprio qui hanno dato vita (insieme a Marcellina Di Chio) a Rollover, un piccolo party che ha intercettato le persone giuste e lo spirito giusto in un periodo, parliamo di quasi dieci anni fa, in cui molti spazi sembravano già occupati e in cui le dinamiche dei club milanesi sembravano immobili. Invece, Rollover è diventato un cult, ed è oggi, nella sua sede dell’Apollo Milano, una delle serate più conosciute e frequentate della città. Con guest di respiro internazionale alternate ai migliori nomi del panorama italiano (le foto in questo articolo sono del party della Milano Music Week con GNMR e Cristian Croce.
Parallelamente, i Rollover Djs si sono tolti diverse soddisfazioni, suonando in posti e situazioni davvero pazzesche e diventando a loro volta un act molto noto non solo in Italia ma anche in un ambito più internazionale. Come internazionale è il suono dell’ultimo lavoro del duo, l’EP ‘Just A Little Bit In My Pocket’, uscito da qualche settimana e con una collaborazione di lusso nel singolo ‘Start Something New’, quella con Nic Cester, cantante australiano famoso per il suo successo con i Jet ma anche per tantissimi altri progetti, da Milano Elettrica a The Jaded Hearts Club. Ci siamo fatti raccontare da Rocco e Tiberio tutto sul disco e sulle ispirazioni che li hanno spinti a questa loro fatica in studio.
Questo disco nasce in un momento molto intimo, nel senso che voi siete due dj e oltretutto gestite un club per cui ovviamente il periodo in cui avete registrato questo lavoro era proprio all’opposto delle dinamiche consuete delle vostre vite. Per cui si percepisce proprio la volontà di cercare territori distanti dalla cassa in 4/4, dal dancefloor, per far fiorire invece un aspetto più rilassato, e anche più variegato, del vostro sound. Come avete vissuto la lavorazione di questo disco e come siete arrivati al risultato che ascoltiamo?
L’idea di fare un disco non prettamente dance con l’aiuto di musicisti era già nella nostra testa da un po’. La pandemia ha semplicemente accelerato questo processo. Del resto era impensabile creare delle tracce dance quando il dancefloor non esisteva. Mentre eravamo in studio all’interno della Cittadella degli Artisti a Molfetta, in Puglia, ci è venuta in mente l’idea di associare ogni traccia ad un momento legato all’esperienza vissuta ad un festival, tipo il Primavera Sound di Barcellona. Si comincia al tramonto e si finisce con le prime luci dell’alba. Le band che si alternano “musicano” i colori del cielo e del mare che cambiano continuamente sullo sfondo dietro il palco… Diciamo che il fattore nostalgia, la voglia di viaggiare e di voler ascoltare musica dal vivo hanno giocato un ruolo fondamentale.
Chi sono i musicisti che hanno collaborato alle parti strumentali?
Abbiamo avuto il paicere di avere con noi Beppe “Deckard” Massara, il nostro produttore storico ed ingegnere del suono di Rollover Milano Records. È molto interessante lavorare con lui perché ha un background musicale diverso dal nostro, più noise e underground per cui l’intreccio funziona alla grande (per noi); e poi Luca Giannotti, chitarrista e bassista prodigio che durante le session in studio si stava laureando al conservatorio in chitarra jazz. Quando è entrato in studio il primo giorno ci ha detto “sto scrivendo la tesi su Pat Metheny, Bill Frisell e Ralph Towner”. Ed abbiamo subito pensato “ma è fantastico! Prendi subito la chitarra e cominciamo!”.

Foto: Andrea Lombardo
Come è nata la collaborazione con Nic Cester? Pensavate sarebbe uscito un brano del genere o invece avevate magari altre idee che si sono trasformate in corsa?
Quando abbiamo fatto sentire a Nic Cester, le prime idee dei brani gli sono piaciuti molto sin da subito. La prima bozza di ‘Start Something New’ era qualcosa di molto più deep, sembrava un brano slow techno dal tiro minimal. Non c’era neanche la chitarra jazz. Poi Nic ha deciso di dare un tocco più pop al brano e così ha preso vita la versione attuale e definitva del singolo. Quelle session sono state molto divertenti. Nic entrava in studio sempre con camicie hawaiane dicendo “sto ascoltando molto Lionel Richie in questi giorni, per entrare nel mood. Non ho mai cantato in questa tonalità e la cosa mi gasa molto”.
Nel disco c’è un omaggio esplicito a José Padilla: che cosa rappresenta per voi questo personaggio così iconico e così fortemente rappresentativo di un modo di intendere la musica e la figura del dj?
José Padilla è un mito. Purtroppo è scomparso proprio l’anno scorso. Questo signore ha musicato i tramonti di Ibiza dal Café del Mar per anni dopo aver suonato musica dance nei 20 anni precedenti in tutti i club dell’Isola. È uno dei personaggi che ha contribuito alla sviluppo e alla notorietà del cosiddetto genere balearico. José Padilla rappresenta la vera “balearicità” per definizione. Per questo abbiamo deciso di dedicargli il brano piu emozionale del disco.
Siete due dj di lungo corso. Se vi chiedo come vi immaginate questo disco dal vivo che mi dite? Dj set o live?
Questo è un po’ il dilemma ma anche una nuova sfida per noi. L’unico modo per rappresentare dal vivo questo disco e’ con la band… Ci stiamo lavorando.

Foto: Elisa Trento
Dopo la lunga stagione delle chiusure, i club hanno riaperto, e naturalmente siete tornati in consolle. Come vi state approcciando, nuovamente, al vostro lavoro? Vi aspettate dei cambiamenti nel modo in cui si vivrà la notte e il club?
Dopo due anni di fermo ripartire è stato molto emozionante sotto vari punti di vista. La gente ha voglia di riprendersi un po’ quello che gli è mancato per cui è più partecipe e reattiva. Il warm up si è ridotto a non più di mezz’ora, dopodiché si parte subito a ballare. File interminabili e voglia di entrare a tutti i costi nel locale. In questo momento è molto più difficile accettare un “NO” alla porta. Le nuove generazioni sono spaesate perché hanno perso due anni e non sanno come approcciarsi a questo mondo. C’è molta confusione, ma anche molto entusiasmo. Crediamo che pian piano tutto possa tornare come prima ma con la consapevolezza di non dare più nulla per scontato.
02.12.2021