Vi ho raccontato un incredibile venerdì. Preparatevi per un sabato stellare. Dopo l’entusiasmo della prima sera, della scoperta, dopo lo stordimento di fornte a uno spettacolo così grandioso, il risveglio non è dei migliori: pioggia e vento fanno presagire una giornata da autunno inoltrato. Ma questo nonci rattrista né rattrista il popolo del festival, armato di giubbini impermeabili e voglia di fare festa come non ci fosse un domani. Il pomeriggio scorre tra VINAI, Marlo, Cosmic Gate, Luke Slater, Deetron, Aril Brikha, Martin Solveig, Laidback Luke e lo stage Revealed di Hardwell con tutta la sua cricca. Le botte di energia del palco Qdance. Cocoon ha uno stage dove si suona solo vinile: Seth Troxler, Dana Ruh, Josh Wink, Maceo Plex. Intanto il clima si rasserena si riscalda, non solo metaforicamente.

La serata sul main stage ci regala Yves V, al qualche consegnamo un premio speciale per la compilation Tomorrowland in sala stampa, davanti alle telecamere di tutto il mondo; Martin Garrix; Armin Van Buuren con un set a cavallo tra electro e trance piuttosto ardito per il main stage. Arrivano Dimitri Vegas & Like Mike, i “resident” del festival, non amo molto il loro stile e così, dopo qualche traccia, mi sposto in zona Cocoon: c’è sua maestà Sven Vath con i suoi vinili. Non si può perdere. Tutta un’altra vibe, tent pienissimo anche qui, il groove di Sven è sensuale e ipnotico, ci si perde letteralmente dentro.

Due grandi palchi, due modi totalmente diversi di intendere la musica e la club culture. E intorno a questi, altri dieci modi di viverla e suonarla, su altri dieci stage. Da bambino sognavo di vedere questa cosa: la club culture fuori dalla definizione di sub-cultura, celebrata da un sacco di gente, espressione di libertà nel proprio gusto e nel proprio divertimento e approccio alla vita. Sono felice di vederlo realizzato nel migliore dei modi, con questa energia e questo mood positivo in una cornice mozzafiato. Axwell e Ingrosso sul palco principale. Il loro set è tra i migliori del festival: edit e remix di ogni pezzo, drop micidiali, mix rapidissimi. “One” e “Don’t you worry child” sono la liturgia che il pubblico aspettava, sono Albachiara. Il mashup di “Save the world tonight” su “One more time” dei Daft Punk è il momento definitivo. Possiamo andare a letto felici.

Foto: Margaryta Bushkin/Muccitas
30.07.2015