Così, de botto senza senso, direbbero nella mitica serie Boris. Ovvero, all’improvviso, senza preavviso (questa è un’altra citazione, un filo meno nota, da uno dei primi dischi degli Articolo 31). Salmo ieri ha pubblicato una serie di foto – a loro volta delle citazioni di immagini da rotocalco di personagi molto famosi dello star system americano paparazzati – sul suo profilo Instagram in cui annuncia un nuovo album. Nessuna ulteriore notizia. Qualcuno tra i commenti ipotizza che il titolo possa essere proprio ‘Paparazzi’. Chissà. Intanto, il rapper arriva a gamba tesa con un nuovo disco a soli sei mesi da ‘Flop’, uscito lo scorso ottobre.
L’annuncio di Salmo segue a ruota un filotto di uscite degli ultimi mesi che hanno interessato tutti i pesi massimi del rap italiano, quelli che per numeri, fanbase e peso specifico sul mercato discografico (ma anche per importsnza culturale, ormai assodata nel costume nazionale) hanno portato il genere ad essere di fatto il nuovo pop: Marracash, Guè, Fabri Fibra.
Ora, se Guè è da sempre iper-produttivo (mediamente esce un suo lavoro all’anno, da quando è in attività, che fossero dischi dei Club Dogo, mixtape o album solisti ufficiali), e nell’ultimo anno e mezzo ha infilato una doppietta di alto livello con ‘Fast Life 4’, mixtape libero, divertente e divertito, senza menate ma con una serie di street hit notevolissime, e con ‘GVESVS’, dove porta il parossismo della quasi auto-parodia a livelli stellari (e non è una critica: Guè è il miglior film di genere che si possa desiderare, è Bruce Willis che salta da un grattacielo in fiamme, è Stallone che da solo sbaraglia un esercito, e noi ci crediamo anche se è improbabile perché tutto è così spettacolare che ci tiene lì incollati e ci fa dire che ne vogliamo ancora) con produzioni ottime e un flow impeccabile, Marra e Fibra sono due artisti introversi, riflessivi, che hanno pubblicato dischi dopo anni di silenzio, ribaltando il mondo del rap, regalandogli una maturità inedita e definitiva.
E Salmo? Salmo non si è mai fermato, anzi mordeva giustamente il freno per risalire sul palco. Dopo il super concerto di San Siro annunciato per l’estate 2020 e riprogrammato per quest’anno, si è dedicato a fare quel che poteva: dj set, live come quello dello scorao anno in Sardegna (quello ufficiale di Waterworld, non quello pirata in centro ad Olbia, per quanto pure il secondo abbia lasciato un segno), e poi un disco, ‘Flop’, che è andato bene ma che i fan hanno accolto con meno calore di ‘Playlist’, vera hit crossover della discografia di Maurizio Pisciottu. O meglio: ‘Flop’ è un signor disco ma è come se a tutti mancasse un pezzo, come se fosse solo una parte di qualcosa, una sensazione indefinibile ma nell’aria. E allora, ecco che arriva il nuovo album a fare da ariete anche per l’imminente tour, che oltre al concerto di Milano vede già tante date segnate sulla cartina di tutta Italia. D’altro canto, stiamo parlando di uno dei personaggi più importanti, amati e seguiti nello scenario musicale italiano degli ultimi dieci anni, uno che è partito dai piccoli locali, dai centri sociali, da una scena fortemente underground, ed è arrivato rapidamente a situazioni sempre più grandi, fino ai palasport. E come per lui, l’estate 2022 sarà quella della definitiva consacrazione del rap made in Italy anche per i live.
Non solo Salmo: Marracash, in maniera in qualche modo analoga, ha fatto in tempo a pubblicare addirittura un nuovo album prima di poter andare in tour. Il successo di ‘Persona’ era stato travolgente, riportando un artista lontano dai rilettori da tempo al centro della scena, amatissimo dai fan storici e con un nuovo, numeroso seguito. Il Covid ha fatto slittare le date fino alla prossima estate, così nel frattempo è arrivato l’acclamato ‘Noi, Loro, Gli Altri’ che ha dato ulteriore spinta portando addirittura a sei le date del Forum di Milano per il prossimo autunno, oltre ai tanti festival estivi e alle altre date nei palazzetti italiani. E anche Fabri Fibra è già partito con la macchina dei live, anche per lui sono tante le date estive in giro per festival, in attesa di un calendario autunnale. Guè, per chiudere il cerchio, è una macchia da live sempre attiva, tra club, concerti e quant’altro.
Insomma, se la seconda metà degli anni ’10 è stata segnata da un’ondata generazionale di giovanissimi, con l’avvento della trap a scompaginare le carte in tavola, di tutta quella rivoluzione non è rimasto poi molto. E negli ultimi dodici mesi, i big della scena sono tornati saldamente sul trono, diventando ancora più big, con dischi forti, belli, maturi, divertenti, godibili, in qualche caso con dei veri e propri capolavori. La generazione dei quarantenni del rap in Italia è fortissima, è il vero mainstream. Parlano i numeri ma parlano i dischi, le produzioni, e questo momento d’oro è importante, è una golden age del genere, senza dubbio. Forse non tanto quantitativamente ma certo per la qualità della proposta. L’estate sarà la prova del nove dal vivo.
05.04.2022