Finalmente la notizia che tutti aspettavamo con il fiato sospeso è arrivata. Dopo la riunione straordinaria (e molto molto riservata) di qualche giorno fa, e un altro meeting quest’oggi, il comitato tecnico scientifico ha dato il via libera alla ripaertura delle discoteche e dei locali da ballo, ultimo settore ancora totalmente ignorato dai piani di riapertura previsti dal governo italiano dopo la grave pandemia causata dal Covd-19 dal febbraio del 2020. Quindi, siamo contenti?
Sì e no. Perché se è vero che con questa notizia – peraltro ancora da confermare in sede ufficiale e legislativa ma ormai, pare, certa – tutto il nostro mondo tira un sospiro di sollievo, ci sono diverse controindicazioni piuttosto pesanti. In primis, la capienza: a quanto pare per ora è prevista una capienza massima del 35% di quella effettiva ufficiale al chiuso, e del 50% all’aperto. Numeri da barzelletta se pensiamo che non sono molto dissimili da quelli previsti quando i tempi erano molto meno maturi per consentire i contatti tra le persone, e che dati alla mano, numero di contagi e di vaccinati sono decisamente più ottimistici che nei mesi passati; oltretutto, non stiamo assistendo a un aumento dei contagi in relazione al periodo autunnale (si sta al chiuso), della riapertura delle scuole e dell’aumento degli assembramenti, inevitabili, sui trasporti.
Numeri, francamente, che fanno sorridere e che hanno il sapore del palliativo, anche considerando le situazioni molto più rilassate di quasi tutto il resto d’Europa, per non parlare degli Stati Uniti o di altri territori che sono stati anche meno prudenti di noi nonostante una crisi sanitaria anche più grave di quella italiana. Peraltro, la prudenza non è certo da condannare, i governi italiani operativi durante la gestione della crisi si sono comportati in maniera virtuosa e molto attenta verso il benessere e la tutela dei cittadini. Di questo va dato atto. L’impressione, però, è che a un certo punto la prudenza si sia trasformata in un timore eccessivo verso la riapertura.
Di contro, una nota positiva è che si potrà togliere la mascherina mentre si balla. Anche perché pensare il contrario sarebbe semplicemente ridicolo. Manca l’ufficializzazione dal governo, che probabilmente inserirà il provvedimento sui locali da ballo nel decreto sull’ampliamento della capienza di cinema, teatri e sale da concerto. E anche qui: come si pensa di far stare a galla economie di locali che di solito possono permettersi il 70, l’80% della capienza totale per avere un utile a fine serata? Misteri della fede. Anzi, della politica. Ci dobbiamo accontentare, sperando che siano misure provvisorie che verranno ritoccate a breve? Oppure il tempo della pazienza è finito?
05.10.2021