È andata in scena il 22, 23 e 24 aprile la nuova edizione dello Snowland Music Festival, i cui protagonisti si sono esibiti su un unico palco a più di 2200 metri di quota a Livigno. Tre giorni, dalle 14 alle 22. Non sono mancati poi gli after party che hanno accompagnato i più temerari fino alle mattine successive. Organizzazione impeccabile, servizio navetta puntuale e costante, code praticamente assenti all’entrata, ai bar e alle diverse postazioni food, nonostante la quantità non indifferente di persone presenti (soprattutto il lunedì). Scenario da urlo con lo stage proprio a ridosso delle piste da sci e immerso in un paesaggio straordinario con le montagne a fare da cornice. L’evento, in partnership tra Bivio Life e Nameless Festival, ha offerto una line up estremamente eterogenea (a tratti forse troppo?), che è stata in grado di soddisfare tutto il pubblico. L’esperienza messa in campo del festival brianzolo, che a giugno festeggerà il decimo anniversario, è evidente. Lo stage mi ha ricordato quelli montati da Nameless (e chiariamo, non è un difetto, anzi) sia nelle forme che nelle luci e negli schermi che hanno garantito anche uno spettacolo visivo.
L’headliner del sabato è stato il leggendario Fabri Fibra che dopo un’entrata un po’ titubante, ha cantato molto bene tutte le sue hit per un’oretta, supportato solo dal fedelissimo Dj Double S e da un pubblico in fiamme. Oltre al live di Mr. Simpatia tra i protagonisti Przi, Mazay e poi Merk & Kremont e Hugel che ha chiuso la giornata con la sua latin house (ecco cosa intendevamo con “line up eterogenea”…).
Domenica invece è stata la giornata in cui la techno è stata la padrona di casa. Dopo Leon e Andrea Oliva, sul palco è salito qualcuno che dietro la console si muove egregiamente da più di quarant’anni: sua maestà Sven Väth. Una prima mezz’ora un po’ scarica, che però è stata seguita da quasi tre ore in cui il dj tedesco non ha sbagliato un disco. Come sempre, colpisce la leggerezza e la facilità con cui papa Sven sceglie i suoi vinili tra un sorriso e una chiacchiera coi presenti.

Potremmo riassumere il lunedì con una parola, anzi un nome: EDMMARO. A livello di set è stato insieme a Sven Väth il migliore dei tre giorni. Mai scontato, anzi divertente e tecnico. Si è mosso da un genere all’altro con un’abilità incredibile. Simpatico l’ormai “duo” Il Pagante che, quando c’è da fare festa, sa come muoversi e che ha portato sul palco un sassofonista veramente bravo. Così così MATTN, un po’ troppo 2010. Bene Steve Aoki: onestamente temevamo commettesse lo stesso errore della dj belga e invece ha osato e ha rischiato qualcosa in più. E poi, sappiamo che come showman ha pochi rivali. Non si è fermato un attimo: ha ballato, saltato e cantato e intrattenuto prima del classico momento torte in cui i fan hanno fatto a gara per essere scelti come bersagli dal loro idolo.
L’unica grave insufficienza di questi tre giorni va ad Alexander Rya al quale chiedo scusa, ma che proprio non riesco a capire. Mash up forzati (alcuni dei quali fuori chiave), canzoni interrotte ogni 20 secondi e remix di classici che non devono essere toccati. Per qualcuno suonare in questo modo Robert Miles o Fatboy Slim è considerato comunque un omaggio, per me è più una mancanza di rispetto. Però mi è stato detto “Eh Andre, è generazione Tik Tok”, quindi forse sono io ad essere già troppo vecchio a 27 anni. Chissà.
Snowland Music Festival tornerà tra un anno, infatti le date della prossima edizione sono già state annunciate: 25, 26 e 27 aprile 2024.
Posso dire con convinzione che se continuerà su questa strada, Snowland potrà ritagliarsi un ruolo sempre più importante nella scena degli eventi italiani, crescendo e diventando un appuntamento annuale imperdibile per migliaia di fan. Le buone premesse ci sono tutte, sarà importante non perdersi.
27.04.2023