Okay, non dovremmo aprire con un titolo che pone domande. Il giornalismo dovrebbe dare solo certezze. E invece si apre con un quesito e ci si chiede anche se il dj non sia più un sacerdote di un tempio notturno e se la sua musica non sia più un inno all’oblio. Una rivoluzione silenziosa, fotografata da NCSolutions (NCS) attraverso un report, ma di un’elettricità assordante, sta strappando il vinile dalle mani del clubbing tradizionale per suonarlo in controluce, in spazi inediti e in orari impensabili fino a pochi anni fa. È il fenomeno del soft clubbing, un terremoto culturale che ridefinisce il concetto stesso di festa e, con esso, le regole del gioco per dj, quindi artisti, promoter e tutto l’indotto della musica elettronica.
Non una moda detox, ma un cambio di paradigma radicale, forse. I numeri, del resto, non mentono e parlano una lingua chiara e inconfutabile: un’esplosione del 478% per i Coffee Clubbing, un incredibile +256% per le Thermal Gatherings – esperienze termali che spaziano dai rave in sauna alle feste con cold plunge – e una crescita costante del 20% anno su anno per le Morning Dance Party. Un movimento globale che da New York a Milano sta scardinando dogmi considerati inviolabili.
View this post on Instagram
Questa non è semplicemente una migrazione di orari o di substance, è l’apertura di un nuovo continente creativo per i dj. I club tradizionali, spesso ingessati da residency consolidate e line-up che rifanno sempre il verso ai soliti nomi di richiamo, lasciano poco spazio alla sperimentazione e alle nuove voci. Il soft clubbing, al contrario, con la sua proliferazione di format e location, diventa un campo di gioco sterminato. Radha Agrawal, fondatrice di Daybreaker, un pioniere del genere con eventi in oltre sessanta città, sottolinea attraverso NCS, come da tredici anni stiano costruendo una cultura della festa completamente nuova, fondata sulla connessione umana e sul benessere, dove i più giovani cercano non notti infinite ma giornate che li facciano sentire veramente vivi.
Le serate non si consumano più in bunker bui ma prendono vita in caffetterie trasformate in dancefloor, in studi di yoga che echeggiano di bassi, in gallerie d’arte che ospitano set elettronici. Per un dj questo si traduce in costi di produzione più contenuti, una libertà creativa senza precedenti dettata da orari e formati inediti, l’accesso a un pubblico trasversale e la preziosa opportunità di sperimentare sonorità diverse, lontane dalla pressione della pura potenza fisica richiesta in un warehouse.
View this post on Instagram
All’origine di tutto c’è un cambiamento antropologico del pubblico. La Generazione Z sta riscrivendo il contratto sociale del nightlife: il 61% dichiara apertamente di voler ridurre il consumo di alcol per privilegiare il sonno, la salute mentale e la forma fisica. Non è una rinuncia, è una scelta consapevole di evoluzione. Carolina Panoff, fondatrice di Be You Disco, lo chiama giustamente un movimento, non un party, dove l’assenza di alcol e maschere sociali lascia spazio a un’autenticità cruda, a una forma di benessere selvaggia ed elettrica. Questo shift ha un impatto diretto e potentissimo sul business della musica: per i dj emergenti è una porta spalancata per farsi conoscere senza dover scalare le vette impervie dei circuiti tradizionali; per i promoter significa organizzare eventi con costi operativi ridotti, minori grattacapi legali e assicurativi e una platea più ampia e gestibile; per i venue equivale a riqualificare orari morti e spazi inutilizzati.
Musicalmente, è la rivincita delle nuance: house melodica, techno ambient, electronic downtempo, generi che costruiscono narrazioni e connessioni emotive. I dj più avveduti stanno già archiviando i set standardizzati per costruire librerie specifiche, curando le tracklist per un risveglio danzante o per un pomeriggio in caffetteria. Gli esperti, come Roseli Ilano di Eventbrite, confermano che questa non è una tendenza stagionale ma una trasformazione strutturale: il soft clubbing non riguarda ciò a cui si rinuncia, ma tutto ciò che si guadagna in più. Più presenza, più intenzionalità, più gioia pura. Il 2025 vedrà questo fenomeno uscire dalle metropoli per colonizzare città secondarie e piccoli centri, offrendo alla scena elettronica italiana un’occasione storica per essere protagonista di un futuro che non è più a venire, ma è già qui, alle dieci del mattino, in un caffè, con le cuffie ben salde sulle orecchie e una folla di persone sveglie, lucide e pronte a ballare.
08.10.2025