• GIOVEDì 30 MARZO 2023
Interviste

Solomun: la musica come potere divino

Una lunga intervista in cui il gigante - in tutti i sensi - della techno mondiale racconta il nuovo album ma anche il modo con cui approccia il suo lavoro, la fedeltà a se stessi e il cambio di vita dell'ultimo anno

Dieci anni esatti dall’album di esordio. Poi, un lavoro gigante con una serie di ospiti di profilo altissimo e quel singolo, ‘Ocean’, un po’ deep tech prog e un po’ furbo, che ha scomodato una stella di Hollywood, Jamie Foxx. ‘Nobody Is Not Loved’ ha fatto uscire Mladen Solomun dalla sua caverna, una comfort zone fatta di clubbing puro, trascinandolo nel pieno dell’eclettismo musicale. Lo si nota in un altro brano, ‘Home’, dai toni tribali oscuri ed eterei. Per un’esperienza mistica, trascendentale, l’album è il mezzo giusto.

La disamina del lavoro dell’artista di origini bosniache, e adottato dalla Germania culla europea della techno, si sofferma sul prodigio dell’avant elettronica inglese Planningtorock che in ‘Your Love Gives Me Gravity’ sfodera suoni di sintetizzatori figli della ricerca. E tracce come ‘Out Of Focus’, con Zoot Woman agitatori della dance più indie e lo-fi, dimostrano che passare dalla up tempo alla mid tempo per Solomun è un gioco da ragazzi, così come flirtare nella house con ÄTNA o nella poesia con Anne Clark. Volti, pensieri e ugole di spessore che finiscono tutti sulla sua nuova etichetta discografica di stanza ad Amburgo, la NINL, distribuita da BMG.

 

 

L’intera idea del tuo nuovo album sembra figlia di un lungo processo di creazione.
‘Nobody Is Not Loved’ è il risultato di un percorso intenso. Sono anni che raccolgo idee e passo molto tempo a pensare attentamente alle persone con cui voglio collaborare. Tutto inizia sempre con un’idea, un impulso, un’ispirazione, qualcosa che ti fa provare quella sensazione viscerale e ti fa dire ‘sì, facciamolo’. Così, inizio a lavorare sulle tracce strumentali, che a volte rimangono tali e che a volte, lo avverto, necessitano di una voce. Mi sono preso il mio tempo, con questo progetto: da un lato ovviamente perché fino a poco tempo fa ho viaggiato molto; dall’altro, perché mi piace essere sicuro delle mie decisioni. Generalmente, mi piace lasciare che una traccia venga messa in un cassetto e poi ripresa in mano. Penso che questa modalità funzioni. Sono contento del risultato dell’album.

Ascoltando alcune tracce di ‘Nobody Is Not Loved’ si percepisce che la musica ha sempre meno limiti. Sei d’accordo?
La musica è un potere divino. La metterei allo stesso livello di Dio. La musica, come Dio, ha il potere di trascendere ogni cosa. La musica ha il potere di risvegliare le persone, di farle rivivere. Tutti lo sanno: ascolti una melodia della tua infanzia e sei di nuovo lì nella tua genesi. Basta un frammento sonoro e tutta la tua vita riappare, ti senti come ti sentivi tempo prima. È scientificamente dimostrato che la musica può davvero guarire le persone. Alcuni anni fa sono rimasto totalmente sorpreso quando ho letto che la musica può anche riportare in vita i malati gravi di Alzheimer. Rievocando momenti musicali, viene risvegliata la memoria. La musica ha il potere di congelare uno momento. Le esperienze indimenticabili hanno sempre una colonna sonora. Ecco perché è così importante creare momenti piacevoli attraverso le feste o i concerti.

Nel mondo della musica, intenditori, fan o maniaci amano le classificazioni, le etichettature a mo’ di prodotto da grande distribuzione. Cosa pensi della definizione ‘melodic techno’? È solo un termine alla moda?
La domanda non esisterebbe se non fosse per la presenza di Beatport. Quello che stanno cercando di fare, nel comparto discografico, è creare un negozio che sia il più possibile vicino al linguaggio e alle esigenze dei consumatori. Quando un genere diventa troppo abusato, noto, diffuso, allora si tende a suddividerlo, a ramificarlo, identificandolo nuovamente in nuove sezioni. Ultimamente ho avuto una sensazione: che all’interno di questo genere ci siano molte diverse sfumature. Negozi come Juno o Decks il genere melodic house o melodic techno non lo riconoscono; tuttavia Beatport, il più grande negozio specializzato per il nostro settore, si espande e lavora su questi dettagli.

 

Parliamo di spazi. Parliamo di possibili nuovi Solomun all’orizzonte. La scena della musica elettronica è sempre più affollata, oggigiorno. Pensi che sia ancora possibile per un nuovo arrivato, dopo aver sgomitato a dovere, emergere e diventare un artista della tua portata?
Sia adesso che in passato, se questo è davvero il sentiero di una persona, e se Dio vuole, qualcuno camminerà lungo un florido sentiero. Innanzitutto, se si sta perseguendo la propria passione, come ogni artista del resto, tutto è possibile. Presumo sempre che emerga la vera natura, col tempo. Il resto è solo una conseguenza delle azioni compiute.

In attesa di ripartenze nel clubbing, cosa fai, come impieghi il tuo tempo? Se suoni meno nei live ti trovi a produrre più musica?
Devo ammetterlo, quando è iniziata la pandemia mi sono anche goduto molti weekend. Non pensavo che sarebbero state molte settimane, quelle che avrei avuto davanti. È stata comunque una grande e unica opportunità, nella mia vita. Ho davvero cercato di rilassarmi il più possibile. Ma dopo un po’, quando è diventato evidente che il tempo non sarebbe passato in fretta, ho cercato di tornare alla mia routine. Ho iniziato a pianificare le strategia per la pubblicazione dell’album e, a essere onesti, io produco sempre. Lo facevo anche anni fa durante i tour. Ho anche fatto alcuni remix, di recente.

Solomun insieme all’attore Jamie Foxx

Ami quello che fai. Lo si nota dalle tue creazioni. C’è una filosofia che ti fa essere quello che sei? Come essere un artista vincente, sereno e propositivo?
Sono incredibilmente felice di poter vivere della mia professione. Inoltre, il mio lavoro mi dà molto. Mi riserva divertimento, episodi felici. È vero, ci sono momenti in cui sono stanco, ci sono aspetti della mia professione che esulano dalla passione e sono meno divertenti. Tutto sommato direi che è impossibile dire dove si ferma la mia musica e la voglia di diffonderla. È la mia vita. La musica fa parte della mia esistenza, 24 ore al giorno.

Sembra che molti cerchino delle vere accelerazioni nell’industria musicale. Scorciatoie. C’è sempre meno tempo per crescere professionalmente?
Anche se un lavoro non è un mega successo, anche se un brano non è una hit ma rende in pista, è una buona cosa. La maggiore attenzione e una certa dose di rispetto da parte dei tuoi colleghi è importante ma non fondamentale e non parlo dei nuovi arrivati, mi riferisco anche a coloro che, dopo decenni sul campo, improvvisamente ottengono un successo. Sono fermamente convinto che lavorare sodo e credere in se stessi sia la strada migliore da percorrere per chi fa il nostro mestiere. Bisogna rimanere fedeli a ciò che crediamo. I feedback devono essere onesti. La cosa che conta è avere fiducia nella propria opinione: è questo ciò che interessa a chi ti segue.

Solomun in uno scatto di Niels Freidel

Quando crei una traccia, arrivi rapidamente alla sua finalizzazione?
Sono deciso e raggiungo subito il 70-80% della sua interezza. La sfida più grande è quell’ultimo 20%. Questo passo è ciò che rende un produttore un grande produttore. Noti che ci sono transizioni incredibili, ci sono suoni singoli e non solo di ripetuti, senti layer più profondi che enfatizzano delicatamente un preciso tema. Amo i dettagli. Quando ascolto delle tracce, li cerco, aggiungono un po’ di anima alle parti senza sopraffarle.

La tecnologia è sempre stata una parte importante nella produzione musicale. Come immagini quella degli anni a venire?
Computer e DAW in primo luogo faranno un bel balzo in avanti semplificando i passaggi e i flussi di lavoro. Mi piacciono i componenti digitali che migliorano l’aspetto analogico. Non penso però che l’experience, sia nel settore delle performance live che nella produzione musicale in studio, sarà mai in grado di sostituire completamente l’estro umano. Quando suono come dj mi accorgo che l’improvvisazione, l’imprevisto, l’errore apparente portino a esplosioni di creatività nella prestazione stessa.

 

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Riccardo Sada
Distratto o forse ammaliato dalla sua primogenita, attratto da tutto ciò che è trance e nu disco, electro e progressive house, lo trovate spesso in qualche studio di registrazione, a volte in qualche rave, raramente nei localoni o a qualche party sulle spiagge di Tel Aviv.

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