Tre anni fa intervistai Maceo Plex a Ibiza. Eravamo in piena esplosione EDM e mai mi risparmiavo una domanda sulla questione. Le risposte erano spesso interessanti e, se da una parte molti conservatori difendevano l’underground dalla possibile minaccia a colori, dall’altra alcuni progressisti riuscivano a guardare oltre, individuando alcuni aspetti positivi per la scena intera. Tra questi c’era appunto Maceo Plex. Mi disse che non era affatto infastidito dall’esplosione del fenomeno EDM e che anzi, dai quei grandi raduni anche la musica underground avrebbe potuto ricavare solo benefici, incuneandosi in pertugi finora inesplorati alla ricerca di nuovi adepti.
Maceo Plex aveva ragione. Domenica scorsa, alle 7 di sera, uno di suoi più illustri colleghi, Solomun, ha profanato uno dei luoghi sacri della musica EDM: il Main Stage di Tomorrowland. Approfittando di una fase di transizione che segue un decennio sensazionale per la musica da ballo, chi struttura artisticamente il festival deve aver pensato che fosse arrivato il momento giusto per esplorare nuovi territori e abbattere altre barriere. Il percorso era iniziato lo scorso anno con il live di Paul Kalkbrenner sullo stesso palco. Un artista tanto monumentale nei numeri quanto parecchio distante dalla scelta artistica che fino a quel momento aveva caratterizzato gli slot del Main Stage.
Tra inserimenti mirati in termini di trap (Yellow Claw, Marshmello), future bass (Jauz), e local hero (Lost Frequencies, Netzky), spicca la scelta di far esibire Solomun alle 19. Nonostante, come detto, il Main Stage abbia da un paio d’anni aperto ad un certo tipo di sonorità (penso alla daydream session di apertura di 3 ore che quest’anno vede protagonisti, tra gli altri, anche Carl Cox e Luciano), lo slot riservato al gigante bosniaco esula da tutte le dinamiche precedenti e soprattutto mai aveva avuto il colore della deep house, se ha ancora senso chiamarla così. Sotto una pioggia torrenziale Solomun ha fatto quello che non aveva mai fatto in vita sua. E cioè suonare la sua musica per un’ora scarsa, quando il suo stile richiede tempi molto più dilatati. La reazione solo all’apparenza fredda del pubblico non deve farvi ingannare. E’ musica per l’anima e per la mente che innesca nella pista da ballo dinamiche differenti nella natura dell’atto psicofisico.
Il dj set di Solomun sul Main Stage di Tomorrowland è di fondamentale importanza per lo sviluppo della musica elettronica. Per questo dobbiamo ringraziare Tomorrowland per aver intrapreso anche una missione culturale e divulgativa della musica. E lo ha fatto attraverso quello che oggi rappresenta forse il massimo esponente del crossover nella club culture, un dj capace di unire clubber e occasionali nel nome del suo irresistibile sound. E’ ancora troppo presto per stabilire quale sia the next big thing ma sicuramente sono in queste affascinanti fasi di passaggio che l’attenzione deve essere massima. Il suono del futuro è nascosto lì da qualche parte.
Guarda il dj set completo di Solomun:
26.07.2017