Sónar 2017 ha sbancato in termini di presenze, mettendo in campo una line up eterogenea che ne fotografa radici e status, in un equilibrio perfetto tra ricerca e conferme. Sónar de Día, de Noche, siempre. Non avresti mai voglia di andartene. Alberto Fumagalli di Nameless un paio di mesi fa ci diceva una cosa verissima: se vuoi che il tuo festival abbia successo, devi costruire la forza e la fidelizzazione del pubblico al festival. Fare branding. Una lezione che quelli del Sónar potrebbero insegnare a chiunque. Il festival di Barcellona è entrato nel costume della città e anche del mondo, è uno di quegli avvenimenti che hanno colto lo spirito del nostro tempo e lo rappresentano. Non è un caso che arrivi gente da tutto il mondo per vedere il Sónar e che ci siano edizioni in Islanda, Turchia, Colombia. Non è un caso che durante la settimana del Sónar, in città ci siano numerosissime feste che sfruttano la scia del festival per rubare un po’ di pubblico. Eventi non ufficiali che si richiamano con forza al festival: si definiscono infatti “Off-Sónar”. Ma dal 1994 a oggi il mondo è cambiato. Anche la musica. Se il Sónar è nato con la pretesa di calamitare le musiche insolite, alternative, tutto il sottobosco di nuovo suoni che negli anni ’90 proliferavano e stavano cambiando la musica, oggi quella rivoluzione è ampiamente avvenuta, ha avuto successo, così come ce l’ha avuto il festival. In modo molto (ma molto) traslato e allargato, è il concetto della rivincita dei nerd, che hanno conquistato il mondo. La ventiquattresima edizione del festival catalano ha messo insieme radici e futuro, ma soprattutto ha dimostrato, attraverso la sua line up, come ormai i concetti di mainstream e underground siano più che mai sfumati, liquidi e connessi.

Il giorno è meglio della notte, chi l’avrebbe mai detto?
Gli eventi de Dìa hanno convinto maggiormente rispetto a quelli de Noche, nonostante le presenze in notturna sono state più numerose. Ma di giorno la location è sicuramente più accogliente, più suggestiva, il mood nell’aria è più rilassato e curioso, e nonostante il caldo davvero torrido di Barcellona a metà giugno ci si può godere i concerti e i dj set in serenità, grazie ai numerosi palchi disposti in maniera intelligente tra esterno e interno. Al Sónar de Día si concentrano molte delle proposte d’avanguardia del festival, con un certo equilibrio rispetto a qualche nome di maggior peso e impatto sul pubblico. Rivelazioni in grande hype come Princess Nokia, Arca & Jesse Kanda, Soulection, SOHN e Gaika hanno trovato il loro posto insieme ad artisti già assolutamente realizzati (Thundercat, Fat Freddy’s Drop, Damian Lazarus, Craig Richards, Nosaj Thing, Matmos, Floorplan, Andy Stott) e a tutti i nuovi arrivati, scommesse che vedremo se saranno vinte, se sbocceranno oppure no: Kiddy Smile, Kinder Malo & Pimp Flaco, Pan Daijing, Lamusa, Bad Gyal e molti altri.
La noche invece i grandi spazi della Fira hanno ospitato un mare di spettatori (si parla di record di presenze,pare che già a inizio manifesazione si fossero superati i numeri del sabato dell’anno passato) nei vari padiglioni, all’aperto e indoor. Qui si andava, giustamente, un po’ più sul sicuro, i nomi erano quasi tutti conosciuti e affermati, anche se qualche novità c’era, perlomeno per il grande pubblico. Una line up eterogenea e studiata per fare il pienone senza perdere credibilità. Un equilibrio non facile da raggiungere, un’operazione riuscita però senza rigetto e senza problemi, tra i grandi stage della notte e le diverse anime del pomeriggio, da Sónar XS al Dome by Red Bull Music Academy al Village con i concerti più consistenti dal punto di vista dei numeri.

Vincitori e vinti
Nella tre giorni de Día diversi sono i nomi che ci hanno convinto, dai più “scontati” Thundercat, Floorplan, Fat Freddy’s Drop (che hanno fatto il bis il sabato de Noche, spaccando di brutto pure lì), Damian Lazarus, a tante nuove proposte molto valide, come Marie Davidson, Kiddy Smile (divertentissimo on stage, grande animatore e anche gran simpaticone). Evian Christ ci ha gentilmente offerto una lezione di trash con un set a metà tra una specie di gabber/hardcore (che, a proposito, sembra essere un genere in grande ascesa, succede spesso e in vari contesti quando si raddoppia il beat della trap) e soprattutto con un mashup che prevedeva il vocale di ‘All The Things She Said’ delle t.A.T.u. (ve le ricordate?) sul piano di ‘Children’ di Robert Miles. Una cosa che, l’avesse fatta Guetta, avrebbe fatto stracciare le vesti a tutti i benpensanti del clubbing. Molto bene invece Optimo, che il sabato ci hanno presi per mano concludendo il pomeriggio guidandoci fino alla Noche con un set godibilissimo, colto e allo stesso tempo irresistibile.

Per quanto riguarda la Noche, invece, tante conferme: i Justice ci hanno dato esattamente ciò che volevamo, ma l’hanno fatto davvero bene, con luci e produzione live di altro livello; Moderat hanno fatto un bel botto, confermandosi come “quelli pop” tra i personaggi underground; Nicolas Jaar è stato notevole, partito astratto ed etereo, ha poi carburato inanellando un set in crescendo con punte di violenza. Molto bravo e intelligente nel capire il contesto (tante, ma tante migliaia di persone davanti a lui). I Soulwax eletti all’unanimità come uno dei live dell’anno. Stile diversissimo ma stesso discorso per Anderson.Paak & The Free Nationals, attesissimi e funkeggianti come pochi. Splendidi. Bene Cashmere Cat, nonostante il suo set sia un continuo coito interrotto (è il suo bello e il suo limite). Notevole il set di Avalon Emerson & Courtesy. Deludente invece il live di Carl Craig, che appare pretenzioso, senza un vera direzione e poco coeso. Imbarazzante lo show di Cerrone, assolutamente fuori luogo e salvato solo dalla presenza e dal magnetismo di Barbara Tucker.
Dopo ventiquattro anni, il Sónar riesce sempre a mantenere altissimo il livello di interesse e l’hype intorno a sé, riesce a crescere in termini di numeri e ad accontentare il pubblico. Il 2018 sarà l’anno della venticinquesime edizione, ci aspettiamo tutti qualcosa di molto speciale. Alzare l’asticella sarà una sfida.
23.06.2017