A seguito dello speciale “Il Rilancio del Disco” sulla versione cartacea di DJ Mag Italia del mese di ottobre, trova posto qui, on-line, la versione integrale con tutte le dichiarazioni dei maggiori esponenti stampa espressa e al dettaglio dei dischi in vinile. Il supporto fisico sta diventando sempre di più un feticcio. Dopo aver indagato per mesi il mercato del disco in vinile, per capire lo stato di salute del mercato, abbiamo messo il naso in quelle nuove realtà che in modo realmente rapido riescono ad accontentare qualsiasi feticista legato al mix. Scoprendo tempi, manie e soprattutto costi.
Abbiamo posto alcune domande ai professionisti del settore. La prima: Come spiegare questo boom di vendite di dischi in vinile?
Alessandro Neri di Fader: Sicuramente positivo per tutto il settore musicale, anche se comunque rimane un mercato di nicchia. Tutto è rinato dopo un decennio in cui molti lo consideravano defunto e obsoleto. Molti addetti ai lavori hanno fatto un passo indietro, stanchi di irrisori benefici del mondo della vendita in digitale. Molto importante è anche la vendita dell’usato, sia online che localmente in tutt’ Europa.
Filippo De Fassi Negrelli di Phono Press: Il boom, secondo noi, è frutto di una combinazione di fattori: da un lato, il vuoto lasciato dal formato cd, praticamente sostituito dal digital download, e dall’altro la maggiore fruizione della musica su Internet. Oggi molte etichette indipendenti mettono addirittura i brani in digitale in free download (oppure i brani scaricabili con un codice venduto insieme al supporto fisico vero e proprio) e offrono sempre più spesso il disco in vinile come unico formato fisico. Questo vuol dire che nel corso degli ultimi anni, proprio in virtù di quanto ho appena detto, i canali di vendita e di promozione tradizionali, oggi sfruttati quasi esclusivamente dalle major, sono stati affiancati da canali alternativi, che hanno dimostrato di funzionare altrettanto bene. Se cerchi un pezzo solo per ascoltarlo, nel 90 per cento dei casi lo trovi su iTunes o YouTube: però, se ti piace l’artista e vuoi comprare qualcosa di suo, compri più volentieri il disco in vinile rispetto al cd. Questo perché il cd aggiunge ben poco rispetto al file che hai scaricato da iTunes, mentre il disco in vinile dà un’esperienza di ascolto più emozionante. Il suono del vinile è caldo e avvolgente e spesso anche le confezioni sono molto belle. E quando ascolti un disco in vinile, te lo devi preparare, devi dedicargli un po’ di tempo e spazio nella tua giornata. Non ci sono i giradischi da automobile, è non è come fare click sul computer e mettere un brano in sottofondo ad altre attività che stai facendo. Si tratta di un’esperienza che definirei più simile all’andare a un concerto o in discoteca.
Giuseppe D’Alessandro di ApparelVinyl (nella foto sopra di Andrea Chisesi): Siamo fiduciosi nel ritorno del formato vinile, lo supportiamo dall’inizio. Senza dubbio è il miglior modo di fissare il suono, di condividerlo, di ascoltarlo e, perché no, viverlo. Siamo portavoce come label di brani che racchiudono emozioni, arte, ricerca, e spesso è un peccato doverli rilasciare solo in formato digitale. L’attitudine degli ascoltatori sta tornando alla radice. Dai podcast si passa ai vinylcast, e questo è un bene per la discografia, ma soprattutto per il destino della produzione, che spesso resta solo in versione virtuale e non la collezioniamo e gustiamo davvero.
Marco Pollini di 1st Pop: Il disco in vinile non si è mai fermato, certo ha avuto un calo negli anni ma la sua produzione e la sua commercializzazione non si è mai fermata. La giudico positiva questa impantanata: io stesso negli anni scorsi avevo ipotizzato un calo ed ero molto amareggiato. Ma il vinile si è ripreso, anche se la ripresa riguarda soprattutto titoli storici pop, rock.
Cristian Adamo di Vinilificio: Del cosiddetto ritorno del vinile si sente ormai parlare da anni. In realtà era ampiamente previsto. Dal 2005, da quando esiste Vinilificio, il trend è stato sempre in crescita, anche se in termini assoluti parliamo sempre e comunque di una nicchia del mercato discografico. La crescita della domanda e dell’offerta dei dischi in vinile è indubbiamente un’opportunità per la musica con la emme maiuscola, per coloro che ascoltano la musica e ultimo ma non per ultimo per gli addetti ai lavori. Il vinile è un’opportunità perché è un supporto che impone ascolto ed attenzione al contrario della musica liquida che invece impone un consumo quantitativo. Per gli addetti ai lavori è un’opportunità perché l’aumento della domanda crea una base economica più solida e quindi migliora l’offerta. Per gli amanti della musica è un’opportunità in termini di offerta sia in ambito di ristampe che di nuove uscite. Non nascondo però di avere una certa diffidenza nell’euforia che sta attorno al boom del così detto ritorno del vinile. Percepisco un’euforia che annebbia il reale valore di quello che è il vinile, della sua storia e della sua cultura. Il vinile è un supporto fantastico, pieno di storie e di emozioni, capace di un suono unico che dopo oltre un secolo di storia continua a catturare le fantasie degli ascoltatori. Detto ciò rimango perplesso sull’idea del vinile a tutti i costi. Una brutta musica o una brutta registrazione su vinile, rimangono una brutta musica e una brutta registrazione anche se incise su vinile. In sintesi il passo importante che noi tutti dovremmo fare non è tanto sollazzarci e stupirci dell’ennesima nuova moda, ma piuttosto cogliere l’occasione per riaffermare l’importanza della musica come momento, come esperienza importante della nostra vita, lontana dall’idea di consumo e rumore di fondo delle nostre esistenze. Dovremo cogliere l’opportunità di questo momento più che altro per affrontare questo ritorno in termini di cultura del vinile e cultura dell’ascolto della musica. La cultura infatti è un elemento dell’umanità che rimane e che si radica nelle esistenze degli individui e delle collettività, mentre il boom è un’esplosione, un momento detonante importante, che può avere conseguenze, ma che finisce lì.
Alessandro Ferrante di Mr Vertigo Vinyl Records: Paradossalmente il ritorno del vinile e dei supporti analogici in generale, è fortemente dovuto alla diffusione degli mp3 ed i download code. La praticità di questi formati digitali ha surclassato la comodità che aveva portato il cd negli anni 80, dirottando tutti gli appassionati di musica legati al supporto fisico di nuovo verso il vinile.
Appuntamento alla prossima settimana con la puntata successiva relativa a come sono strutturate queste aziende.
21.11.2016