C’è una sola caratteristica che da sempre separa la svedese Spotify dalle altre piattaforme musicali in streaming: l’upload. Il caricamento diretto sulla piattaforma – senza passare da una label – finora resta peculiarità essenziale del berlinese Soundcloud, ma a quanto pare il gioco sta per cambiare radicalmente. È notizia recente che Spotify USA abbia avviato una nuova versione beta – disponibile solo per poche centinaia di artisti americani – nella quale sarà possibile pubblicare liberamente i brani da parte di chiunque. In tal senso Spotify diverrebbe un portale cosiddetto “user generated content”, quindi con contenuti generati dagli utenti senza limiti di sorta, se non quelli del plagio.
Mettendo a completa disposizione i metadata della piattaforma, Spotify consentirà anche di modificare il brano dopo la sua uscita. Unitamente a ciò, aumenteranno esponenzialmente le prospettive di guadagno degli artisti indipendenti, che tra l’altro potranno accedere al calcolo delle proprie royalties in maniera chiara e lineare. Quest’ultima novità, in particolare, è frutto di una recentissima proposta di legge made in USA che obbliga i colossi dello streaming a contabilizzare i diritti economici degli autori internamente, quindi non affidandosi più a società terze (soluzione che ha presentato non pochi problemi legali, con cause perse per milioni di dollari). Scacco matto definitivo a Soundcloud? Lo sapremo presto.
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04.10.2018
04.10.2018