• MERCOLEDì 29 MARZO 2023
Interviste

Tech my Track: ‘Do It Again’ e ‘Killed By The City’, la doppietta di Alok

Il dj brasiliano, classificatosi undicesimo nella Top 100 di DJ Mag, ha deciso di tornare a lavorare col fratello dopo l'avventura con Steve Aoki

La collaborazione di Alok Achkar Peres con il fratello gemello Bivitelino Bhaskar dà vita a un potente brano elettronico e pop che combina voci malinconiche, testo toccante ed elementi orchestrali speciali. Si chiama ‘Killed By The City’ e segue la scia di ‘Do It Again’ realizzata a quattro mani con Steve Aoki. È la prima volta che i fratelli Petrillo tornano a collaborare insieme dal primo tentativo, ‘Fuego’, che risale a tre anni fa e che totalizzò da solo 98 milioni di stream su YouTube.

Nato a Goiânia, in Brasile, nel ‘91, e classificatosi undicesimo nella Top 100 di DJ Mag, Alok ha deciso di intraprendere una carriera da solista da tempo e dopo aver firmato ‘Hear Me Now’ con Bruno Martini e l’etichetta olandese Spinnin’ Records, è diventato una delle maggiori icone della scena elettronica sudamericana. Lo abbiamo intervistato.


Come è nata ‘Do It Again’? E ‘Killed By The City’?

La prima grazie a una collaborazione con Steve Aoki. Queste mie ultime sono a parer mio molto più produzioni destinate al clubbing. È bello, impegnativo, divertente e istruttivo lavorare su qualcosa di nuovo, inteso come sound, con qualcuno come Steve, artista che ho ammirato per molto tempo. E così sono arrivato a lavorare nuovamente anche con mio fratello Bhaskar.

In quale tipo di genere inseriresti le tue recenti uscite?
Forse un mix tra il brasilian bass e una certa tech-house. So che suona un po’ fuori moda ma, come detto, è fantastico riuscire a far tornare in auge le produzioni con un mood nuovo e innovativo come quando nella dance si sperimentava e molto.

Dei remix aggiungerebbero valore alle versioni originali?
Dipende davvero tutto dalla produzione, ovviamente. La cosa difficile di un remix è che a volte devi essere più creativo per sviluppare qualcosa che sarà diverso dall’originale mantenendo la sua somiglianza.

Quali problemi incontri durante il processo di produzione?
Non ho avuto molti problemi su queste due tracce in particolare, perché in realtà ho prodotto talmente molte cose con costruzioni tecniche simili, in passato, che la vera sfida non è questa. Per me oggi l’atto di coraggio consiste nel produrre cose più lente, più melodiche e sentimentali. È qui, in questo mio mondo sonoro, con questo concetto e con artisti che sono della mia stessa idea, che trovo le produzioni maggiormente curate ed elaborate, le idee più stimolanti.

Quale hardware o software è decisivo nelle tue produzioni?
Gli strumenti nativi di Komplete sicuramente svolgono al massimo il loro lavoro: coprono un ruolo fondamentale in ogni mio brano. Amo poi tutti i tipi di sintetizzatori e di hardware in generale. Digitale o analogico, non mi pongo mai problemi né limiti. Non mi affeziono troppo alle macchine per via del loro recall e sono anche consapevole che non si può tornare indietro una volta che si è dipendenti dalla mania che ti assale quando ti circondi di strumenti.

Come approcci al mix e al mastering?
Ho scritto molta della mia musica con le cuffie addosso a causa della routine, dei continui spostamenti, facendo cose affrettate mentre viaggio per fare i live, quindi mi sono abituato a mixare la maggior parte delle mie cose usando plug-in nativi e principalmente digitali e persino masterizzare le mie tracce. Adoro la linea Waves che effettivamente offre molto in termini di qualità. Ho fatto molti miei mastering, in passato. Tuttavia, al giorno d’oggi, delego collaboratori esterni per il mio mix finale e il mio mastering.

Tecnicamente, considereresti perfette le tue ultime tracce?
La perfezione per me è un’utopia, quando il soggetto è un essere umano. Sono molto contento del risultato di tracce come ‘Killed By The City’ e ‘Do It Again’. Ho però sempre la sensazione che un piccolo dettaglio qui o là avrebbe potuto essere più curato o comunque diverso e che magari il pezzo avrebbe potuto suonare meglio. Detto questo, nel complesso sono molto contento delle ultime mie produzioni e di come il pubblico e la pista reagiscano ogni volta.

 

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Riccardo Sada
Distratto o forse ammaliato dalla sua primogenita, attratto da tutto ciò che è trance e nu disco, electro e progressive house, lo trovate spesso in qualche studio di registrazione, a volte in qualche rave, raramente nei localoni o a qualche party sulle spiagge di Tel Aviv.

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