Qualche tempo fa eravamo usciti con un titolo un po’ forte, ma che conteneva diverse riflessioni: “Techno is the new EDM”. Ovviamente, sono piovute critiche da chi si ferma ai titoli mentre sono arrivati elogi dalla frangia di lettori che gli articoli invece li legge. Perché? Il motivo è semplice. Dire che la techno è la nuova EDM non significa pensare che ora la techno preveda coriandoli e mani a cuore e inni radiofonici. Semplicemente, intendevo dire che nel momento in cui l’EDM ha segnato il passo, ed è un fenomeno fisiologico, dopo anni di dominio della scena dance, serve qualcosa che mantenga alto l’interesse degli appassionati e che non li faccia disamorare del dancefloor, anche perché ormai il meccanismo messo in moto dai festival, dai superclub e da tutto il “sistema dance” è davvero difficile da fermare, soprattutto da un punto di vista di economia. La techno in questo senso sta vivendo un periodo d’oro, e le ragioni sono diverse. Innanzitutto, nel mondo techno si è arrivati – chiaramente da una prospettiva totalmente diversa rispetto a quella dell’immaginario EDM e dintorni – a una concezione e a una comunicazione molto efficaci del proprio immaginario. Gli esempi si sprecano (giusto qualche giorno fa ne ho scritto diffusamente). E in secondo luogo, la techno non ha le “controindicazioni” di altri generi più soggetti alle mode: è qui da sempre, da trent’anni, certo cambia, si trasforma, ma è una realtà solidissima del panorama della musica elettronica. Una certezza. E quando vacillano le mode passeggere, le certezze sono la parrocchia a cui si torna. In questo senso, e a conferma della grande popolarità che sta vivendo il genere, basti vedere la line up del mainstage di un festival come Tomorrowland, lungo due weekend: qualche anno fa sarebbe stato impensabile trovare nomi come Solomun, Paul Kalkbrenner, Carl Cox. Figuriamoci poi Charlotte De Witte, Nora En Pure, Kölsch.
Intendiamoci, la techno ha sempre fatto la sua parte al TML, con grandi stage come Cocoon, e anche quest’anno ci sono i vari Adam Beyer/Drumcode, Ants, Mosaic, Atmosphere, Ketaloco, Crosstown Rebels, Spectrum e via dicendo, ma se negli ultimi due anni l’invasione techno sul mainstage era stata solo un timido bussare, ora i portoni si stanno spalancando, e in mezzo ai soliti noti reduci del periodo EDM (a testimonianza che queli bravi sono rimasti e sono sempre delle superstar) si sta facendo largo l’idea che i due generi possano convivere, e che sul palco principale il cielo stia definitivamente cambiando. Sono pronto a scommettere che anche i set di alcuni big EDM non saranno tutti drop e confetti. David Guetta ce ne ha dato un assaggio nel suo tour lo scorso inverno, la musica si sta trasformando e e anche più rapidamente di quanto siamo disposti a pensare. I confini si abbattono, le carte in tavola si mischiano. Sarà un periodo eccitante quello che abbiamo davanti, ricco di sorprese. Ciò che sembra sicuro, da quanto succede nei club, nei festival, in giro, è che la techno è probabilmente più forte che mai. Perché, oltre che popolare, sta diventando pop.
08.05.2018