Più di 16 ore di musica, più di 40 artisti spalmati su 6 palchi, oltre 20mila persone provenienti da ogni dove: ottimi numeri per l’edizione 2023 di Time Warp, svoltosi sabato 1 e domenica 2 aprile nel Maimarktgelände di Mannheim, da dove mancava dal 2019.
Time Warp è stato così l’ultimo dei top festival mondiali a tornare in calendario: la sua ultima edizione era stata quella pre-pandemia. In seguito la sua location sarebbe stata scelta per la somministrazione dei vaccini, così come si sarebbero succeduti continui rinvii e cancellazioni, sino ad arrivare all’aprile di quest’anno.

Per il suo ritorno in scena, Time Warp ha pensato a tutto come meglio non si poteva, con la tipica organizzazione e disciplina teutoniche ed una line up che ha puntato su una serie di pesi massimi collocati nelle più diverse fasce orarie; è stato Luigi Madonna ad aprire le danze (alle 19.30 di sabato 1) e sono stati Marco Carola e Richie Hawtin a chiuderle nei rispettivi stage alle 14 di domenica, minuto più minuto meno. Nel mezzo le regine della techno Nina Kraviz, Charlotte de Witte e Amelie Lens, il sempre perfetto padrone di casa Sven Väth e tantissimi altri. E se la techno come sempre a Time Warp ha fatto la parte del leone, anche la House ha saputo dire la sua con Andrea Oliva e Seth Troxler, giusto per fare un paio di nomi.
Tra gli artisti meno headliner, menzione d’obbligo per Gerd Janson, sempre più meritevole di attenzioni adeguate da pubblico ed addetti ai lavori. Nomi che abbiamo menzionato senza voler trascurare tutti gli altri, anche perché a Time Warp i dj ci vanno come ambasciatori e persone dell’alta società ad una serata di gala di alto lignaggio, come un orchestrale pronto a suonare al Musikverein di Vienna al Concerto di Capodanno, come un arciere in pedana ai Giochi Olimpici. Tutti al massimo della forma, tutti pronti a dare il meglio di sé, per ricordarsi e farsi ricordare.
Una line up di grande livello non farebbe comunque la differenza come l’ha fatta anche quest’anno a Time Warp se non fosse incastonata in una serie di padiglioni dove impianti audio, video e visual non fossero studiati e calibrati in modo da rendere l’esperienza unica nel suo genere. Su questo fronte la techno ha saputo evolversi in maniera incredibile negli ultimi anni: ballare in padiglioni e in capannoni buoi con il dress code d’ordinanza total black era un elemento di distinguo persino sociale negli anni novanta e nei primi anni duemila: adesso è cosa buona e giusta farsi accompagnare da giochi di luce, ledwall e luci americane che siano in grado di far assumere più dimensioni allo stesso sito nel corso di poche ore.

“Siamo davvero riconoscenti del fatto di aver ritrovato con la stessa energia la nostra famiglia di Time Warp, formata dai nostri artisti e dai nostri fan – spiegano gli organizzatori – Siamo altrettanto soddisfatti del fatto che il nuovo design dei nostri dancefloor sia stato particolarmente apprezzato. Una simbiosi perfetta di materiali, tessuti, luci, suoni e video”.
Simbiosi è davvero la parola più adatta per descrivere Time Warp, atteso dalla doppia edizione sudamericana a Santiago del Cile e a San Paolo del Brasile (venerdì 5 e sabato 6 maggio) e a quella autunnale a Mannheim i prossimi 3 e 4 novembre 2023, senza ovviamente dimenticare il festival Sonus, in calendario in Croazia dal 20 al 24 agosto e che fa sempre riferimento all’organizzazione di Time Warp. Il tempio della techno è davvero tornato, con le sue cerimonie, i suoi riti, la sua musica ed i suoi profeti.
13.04.2023