Kanye West ci pone di fronte a un dilemma shakespeariano. Ci fa o ci è? Genio o cialtrone? Una dicotomia che nel tempo è diventata tormentone, tra sostenitori innamorati e detrattori pronti a buttarlo giù dalla torre dieci volte al giorno. Di certo, Yeezy fa di tutto per continuare il gioco, alimentando il fuoco e dando continuamente ottime motivazioni a entrambe le fazioni per affermare di avere ragione. I colpi di testa dell’artista sono innumerevoli, dalla “sparata” contro Taylor Swift ai VMA di qualche anno fa alla celeberrima (e bellissima) intervista con Zane Lowe su BBC1 ai tempi di “Yeezus” (“we culture! we culture!”), dalla permuta in diretta di un paio di vecchie Nike con le nuove Adidas Yeezy a un fan incrociato per strada alla presentazione del nuovo album “The life of Pablo” la scorsa settimana a New York (e in contemporanea in tutto il mondo, al cinema). Partiamo proprio da qui (un breve resoconto video lo rubiamo a Vogue) , per descrivere una settimana folle, anche per gli standard non proprio understatement di Mr. West.
Giovedì 11 febbraio, Kanye va in scena, per l’appunto, con la presentazione del disco, unita a quella della sua nuova collezione di abbigliamento e di un perlomeno discutibile videogame dove la protagonista è sua mdre Donda che ascende al cielo. Yeezy Season 3 è il nome dell’evento. Per i dettagli vi rimando al nostro report dell’evento. Inizia una girandola di dichiarazioni, recensioni, polemiche, scandali (un nuovo flame con Taylor Swift, piuttosto incazzata per i versi contenuti in “Famous”: I feel like me and Taylor might still have sex/Why? I made that bitch famous/God damn/I made that bitch famous). L’account Twitter del rapper, spesso muto anche per mesi, improvvisamente è inondato di tweet, in cui Kanye spende parole immodeste (per usare un eufemismo) sul nuovo album e sulla sua figura di artista illuminato. Poi le cose sembrano precipitare: parla di 53 milioni di dollari di debiti, chiede aiuto al suo pubblico, alle persone influenti, a Larry Page e Mark Zuckerberg di intervenire, quasi implorandolo di “investire un miliardo di dollari” nei suoi progetti. E allo stesso tempo dichiara, in un febbrile stream of consciousness social, di essere illuminato, pieno di idee, e di avere bisogno di risorse per metterle a frutto. Il suo collaboratore storico, Rhymefest, al lavoro con lui fino a circa un mese fa, parla di “problemi fisici e mentali” (vi rimando al suo profilo Twitter). Insomma, sembra che il buon Kanye stia sbroccando. Ci è. O forse no, forse sta solo cercando di attirare l’attenzione in un momento non troppo facile: una nuova collezione non esattamente stupefacente; un videogioco con protagonista sua madre che ascende al cielo (?!?!?!), un album in uscita nello stesso periodo in cui Rihanna e Beyoncé stanno catalizzando l’attenzione in modo pressoché assoluto, in tutto il mondo. Allora ci fa.
In ogni caso, è un personaggio che non conosce le mezze misure, e questo lo rende una figura controversa ma sicuramente geniale. Perchè non c’è dubbio che Kanye sia l’uomo più influente della pop culture degli ultimi anni, in un’accezione sicuramente meno immediata e accessibile rispetto a Pharrell, l’altro grande deus ex-machina del nostro tempo, ma di più alto profilo. West è lo sperimentatore, quello che non fa mai due dischi identici, quello di “College Dropout”, di “808s & Heartbreak” e di “Yeezus”. Il fool on the hill beatlesiano. Con i suoi alti e bassi estremi, la megalomania che lo porta a disegnare collezioni di moda eccessive e subito cult e a dichiarare di volersi candidare a Presidente degli Stati Uniti nel 2020 (lo vedete nel video in chiusura, degno finale di questo articolo), gli album capolavoro, che ogni volta alzano l’asticella nell’hip hop e non solo. Le performance con Vanessa Beecroft, i tweet da pazzo, i video finto-trash con la moglie Kim Kardashian. Genio e sregolatezza. Le montagne russe. Non vi ricorda Caravaggio, prodigio sommerso dai debiti di gioco, ucciso in una rissa in una bettola? Altro personaggio storicamente controverso, biasmato, criticato. Ma passato alla storia. Ecco, io non ho dubbi sul fatto che Kanye West, il pazzo, il selvaggio, il megalomane, sia già passato alla storia. Con tutti i suoi difetti. Che, in un’epoca di artisti più attenti al social marketing che ai colpi di testa, sono una meravigliosa botta di realtà. Oppure, forse, un’ancora più abile mossa di comunicazione. O ancora, sta davvero perdendo il senno. Ci fa o ci è?
16.02.2016