Foto: Instagram @tomorrowland
Che cos’è davvero Tomorrowland, che cosa significa trovarsi a vivere l’esperienza che questo evento è in grado di regalare sono domande alle quali si può realmente rispondere solo se si ha la fortuna di vivere il festival in prima persona. Mi sono preso qualche giorno per riflettere , e nonostante il tempo, mi sembra ancora un qualcosa difficile da spiegare realmente. Cercherò di esporre al meglio cosa vuol dire trovarsi a quello che ha dimostrato fin dal primo minuto i motivi per cui è il festival numero uno del mondo.

Foto: Instagram @deadmau5
Innanzitutto bisogna oggettivamente fare una standing ovation generale per il miracolo compiuto già prima dell’inizio del primo weekend. Sappiamo tutti cosa purtroppo è successo al Mainstage il giorno prima dell’apertura del campeggio: in 24 ore sono riusciti a costruire un palco sostitutivo (con l’aiuto del service dei Metallica) e sono riusciti ad aprire il festival a pieno regime. Appena entrati nell’area del festival ci si rende conto di essere di fronte a qualcosa di straordinario. Tutto è curato nei minimi dettagli, il brand e il logo sono al centro di tutto. I palchi sono vere e proprie opere d’arte, tutti riconoscibili e con un’identità forte. Il nuovo mainstage, con alle spalle i ruderi di quello purtroppo andato in fiamme, ha saputo difendersi con laser e giochi di luce, godibili persino dall’alto dell’iconica collina che forma l’anfiteatro in grado di ospitare quasi 100mila persone, riuscendo a garantire un grande impatto visivo.
Il Freedom Stage è un’opera di ingegneria incredibile, una sorta di grande club, su più piani, il cui soffitto è stato tappezzato da centinaia pannelli led in grado di muoversi in modo indipendente e di scendere di ben 7 metri verso il pubblico. Il Crystal Garden e il Planaxis in cui le fontane alle spalle hanno permesso di regalare uno spettacolo unico sui drop, il drago meccanico al Rose Garden in grado di sputare fumo, e potremmo spendere parole per tutti i sedici palchi. La magnificenza e l’immensità del colpo d’occhio nel press tour prima dell’inizio del festival non sono nemmeno paragonabili a quelle che si hanno una volta che gli oltre duecentomila partecipanti varcano i cancelli di ingresso.
Tomorrowland è una città autosufficiente che ospita più di 200mila persone. All’interno del festival è possibile usufruire di una quantità impressionante di servizi e svaghi: una proposta culinaria che supera i 460 piatti e vino di propria produzione, merchandising di tutti i tipi, una ruota panoramica, esperienze come quella in memoria di Avicii che permetteva di rivivere la carriera dell’artista. Insomma ce n’è per tutti i gusti e per chiunque. Impossibile non parlare di Dreamville, il camping, che accoglie parte del pubblico con diverse proposte in base al tipo di scelta riguardante il pernottamento. All’interno ci sono campi da padel, palestre con corsi specializzati, karaoke, postazioni della Tomorrowland Academy, la scuola che tiene corsi di formazione a vari livelli per dj e produttori.
A Tomorrowland anche gli sponsor devono dare un contributo reale al festival, come Red Bull che per esempio ha garantito uno spettacolo con paracadutisti che atterravano davanti al The Gathering (stage in funzione solo il giovedì e riservato appunto a tutti gli abitanti del campeggio che possono quindi usufruire di una giornata in più di divertimento), che ogni anno registra presenze da record, arrivando a numeri che superano la somma degli abitanti dei due paesi tra cui Dreamville è posizionato. La logistica e l’organizzazione di questa quasi infinita proposta fornita da Tomorrowland è una delle cose che più mi ha impressionato: nonostante le oltre 200mila persone, credo che la coda più lunga sia stata di 3, 4 minuti massimo di orologio. È quasi da non credere come siano riusciti a costruire un qualcosa di così funzionale. È da citare anche la pulizia all’interno di tutta l’area.

Foto: Instagram @tomorrowland
La line up ha ospitato come sempre i migliori artisti provenienti da tutte le migliori scene di tutto il mondo. Raccontare tutti i set che abbiamo sentito sarebbe impossibile. Oltre a citare alcuni di quelli che abbiamo preferito come quello degli AVALAN ROKSTON, quello realizzato da una vera e propria orchestra, Simphony Of Unity che ha ripercorso le canzoni che hanno segnato la storia della musica elettronica, o quello di un sempre in forma deadmau5, limito a riportare i 5 che più mi hanno colpito. Gli Swedish House Mafia sono stati in grado di far commuovere proprio tutti. Quello che può essere definito il set perfetto. Hanno suonato tutti i loro classici e non solo, accompagnando il pubblico del MainStage dal tramonto alla notte. Non solo su brani come ‘Save The World’ con i vocal, ma anche su pezzi come ‘One’ le voci dei fan sovrastavano quasi la musica.

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Il back to back tra Anyma e Solomun al Crystal Garden: un connubio perfetto tra melodic ed electro, in cui ritmi scuri e synth graffianti si sono alternati facendo ballare per più di tre ore, rendendo lo stage quasi inaccessibile a causa della quantità di persone presenti. I Meduza al Freedom Stage. con il loro live show Meduza3. Il trio italiano è sempre più protagonista della scena mondiale e Tomorrowland è stata l’ennesima riprova della loro corretta scelta di portare in scena non un semplice dj set, ma un vero e proprio concerto. Musica da club alternata a ormai masterpiece della loro discografia. Da segnalare una ID, (forse una collab con gli MGMT? Il synth è quello di ‘Kids’) che ha veramente rapito il pubblico e che speriamo possa uscire presto.
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Eric Prydz al Freedom Stage ci ha ricordato ancora una volta che a livello di produzioni di show è avanti a tutti anni luce. Grazie all’ingegneria del palco di cui abbiamo precedentemente parlato, è riuscito a riprodurre uno spettacolo simile a quello visto lo scorso anno con CELL, il format che gli aveva garantito la residency all’Hï lo scorso anno. Musicalmente una techno scura e quasi ipnotica con diverse tracce inedite tratte dal suo alias Cirez D. Bisogna poi citare il set conclusivo del terzo giorno, quello di Martin Garrix che è si una stella mondiale che può essere definita pop, ma che ha dimostrato ancora una volta che oltre alle hit planetarie prodotte in più di dieci anni di carriera lui è anche un dj. E quindi oltre alle emozioni durante brani come ‘High On Life’, ecco che spuntano fuori le origini del producer olandese e l’anima più “raver”, come il brano trance in collaborazione con Armin Van Buuren ‘Sleepless Nights’, peraltro appena pubblicata.
Partecipare a Tomorrowland è come entrare in un universo parallelo e magico in cui non è solo la musica, ma lo spirito collettivo, il legame tra le persone e la filosofia che animano il festival che sono in grado di cambiarti proprio come persona. Tomorrowland è un’esperienza totalalizzante, immersiva, è qualcosa impossibile da dimenticare. Forse solo vivendo quei tre giorni si riesce a capire totalmente lo slogan del festival ‘Live Today, Love Tomorrow, Unite Forever’ e a comprendere ancora una volta il potere della musica di unire le persone di tutto il mondo.
08.08.2025