Mancano pochissime ore alla premizaione. Questa sera alla Heineken Music Hall di Amsterdam verrà svelato il nome del nuovo numero 1 della DJ Mag Top 100 Djs. Chi sarà il re del 2016? Mettiamo sul tavolo qualche nome.
I Big
Dimitri Vegas & Like Mike
Vincitori nel 2015, restano tra i favoriti, forti di una leadership conquistata a sorpresa e tra qualche polemica lo scorso anno, ma ben consolidati nel ruolo grazie a quel motore trainante che è Tomorrowland, fattore assolutamente imprescindibile della festival culture 2.0, dove la popolarità reale si somma a quella del web e dei social. Sapranno riconfermasi? Molti appassionati su blog e social sono pronti ascommettere di no, ma un anno fa dicevano anche che non sarebbero stati loro i numeri 1…
Hardwell
Così giovane, e già in dovere di riposizionarsi. Hardwell è arrivato prestissimo al numero 1 della Top 100 Djs, e ci è rimasto per ben due anni di fila, 2013 e 2014. Lo scorso anno ha ceduto il posto a DM & LM, peraltro con qualche controversia. Diciamo che non l’ha presa troppo bene, tant’è che quest’anno ha saltato Tomorrowland. Noto per il suo stile molto duro, quasi hardstyle, Robbert Van de Corput ha ormai 28 anni, e i suoi fan sono cresciuti con lui. In un anno senza grandissime hit, e con qualche assenza dai palchi importanti, per Hardwell si configura un anno di pit stop prima di riportarsi in una zona di successo tale da consentirgli un nuovo attacco al vertice. Oppure ci riuscirà già quest’anno? Basterà l’amore dei fan?

Diplo
Confinato al numero 20 l’anno scorso (sebbene Major Lazer e Jack Ü fossero pure presenti in classifica), Diplo sarebbe perlomeno tra i primi cinque da qualche anno a questa parte, se si facesse una giusta e massiccia pubblicità. Produttore, frontman, talent scout, showman, Diplo fa tutto e sembra fare tutto maledettamente bene. A differenza di molti altri nomi in questa lista, è anche maledettamente cool. Un vero trand-setter. Dite che riuscirà ad arriare sul podio?
Skrillex
Trattato un po’ meglio del suo sodale qui sopra, Sonny Moore arriva sempre intorno alla nona-decima posizione, e anche lui meriterebbe di essere sul podio, se non addirittura al numero uno. Anche volendo, si fa fatica a elencare tutte le cose importanti, i numeri, i record di Skrillex. E poi passa dalle hipsterate come Boiler Room ai festival con folle oceaniche, dalle produzioni cuttin’ edge per la sua OWSLA ai successi planetari di Justin Bieber. Sicuramente in forte ascesa, potremmo vederlo in posizioni inaspettate.
Steve Aoki
Una macchina inarrestabile. Macina serate, interviste, video, rubriche web, foto, campagne pubblicitarie, ospitate in TV, tutto senza mai perdere energia e appeal. Anni fa Steve Aoki sembrava destinato a essere una macchietta punk prestata al mondo dei club in un momento di forte vicinanza tra l’indie e la dance. Invece è rimasto ed è diventato un gigante, mentre gli altri sono spariti come meteore. Per arrivare ai piani altissimi della Top 100 gli è sempre mancata la hit stellare, tipo ‘Wake me up’ di Avicii, per intenderci. Ma potremmo vederlo salire di un bel po’, quest’anno.

Calvin Harris
L’anomalo Calvin Harris non riesce mai a sfondare il muto della top 10 in modo significativo. Perchè? Le hit non gli mancano, anzi è il dj e producer più pagato e figo del pianeta. Dai flirt con Taylor Swift alle pose per Armani sulle riviste patinate. Lo penalizza forse il fatto di non essere mai protagonista (per precisa scelta personale) dei grandi festival, preferendo altri tipi di venue e contratti. Vedremo se la sua svolta verso un suono più house nell’ultimo anno, con successi clamorosi, lo ripagherà.
deadmau5
Fa incazzare tutti, da Kanye West a DJ Sneak. Rischia di diventare un meme vivente più che un personaggio di grande influenza artistica. Le sue sparate sui social stanno facendo parlare di lui più della sua musica, e non è un bene Epppure deadmau5 è sempre in alto nella nostra lista. Ma quest’anno? Si riconfmerà, salirà, o inzierà a perdere terreno?
Martin Garrix
Uno dei maggiori favoriti alla corona della nostra classifica. Martin è cresciuto (e fa sorridere pensare di scrivere questa frase riferendosi a un ragazzo di 20 anni), si è giocato bene una possibile sciagura come l’abbandono di Spinnin’, ha fondato la sua label, ha radunato un suo team, sta studiando da popstar. Lo dimostra un pezzo decisamente crossover come ‘In the name of love’, lo dimostrano le sue uscite in TV con la band e e il suo ruolo da chitarrista, Ha 20 anni. Se ce la fa, rivoluziona un’altra volta la figura del DJ, sulla scia della trasformazione intrapresa da Guetta anni fa. Dance goes pop.
I Veterani
Tiesto
Tijs Verwest è ormai in una fase calante, o per meglio dire “matura” della sua carriera. Anche se difficilmente sarà estromesso dalla top 10 e sarà quasi impossiible vederlo più in basso della ventesima posizione, altrettanto difficilmente lo vedremo ancora tra le prime 3 posizioni. La sensazione è che il brand-dj per eccellenza, colui che per primo ha saputo posizionarsi sul mercato discografico come dj al pari di una band o un cantante, tra palazzetti, un logo riconoscibile e sponsorizzazioni milionarie, sia ormai a corto di vere novità da proporre al pubblico. Certo, rimane popolarisismo e il suo nome non finirà mai nel dimenticatoio, è nell’olimpo dei grandissimi. Ma il suo primetime è ormai passato.
Armin Van Buuren
Il medesimo discorso potrebbe valere per Armin, 5 volte incoronato numero 1 e sempre nelle prime cinque posizioni da quasi 15 anni a questa parte. Insieme a Tiesto, sicuramente l’artista dance più longevo di sempre, in termini di successo massiccio. Anche per Armin, dicevamo, sarà difficile un ritorno sul podio, e soprattutto in cima alla clasfficia. Sarebbe un titolo clamoroso, il sesto in una carriera leggendaria il cui successo non accenna a diminuire.

David Guetta
Se andata a rileggere l’ascesa di David Guetta nella Top 100, dal 2007 in poi, vedrete un timido outsider, sbarbato e con il capello a caschetto, trasformarsi anno dopo anno in una superstar iconica. E non solo: vedrete – cosa più importante – un DJ house che cercava la sua strada ma aveva un disegno molto chiaro in testa: rivoluzionare la DJ culture, facendo diventare la figura dle DJ quella della moderna popstar, e spostando il baricentro della house verso l’electro, poi verso il pop, verso l’hip hop, contaminando l’America e diventando una corazzata EDM. Meriterebbe un’altra volta la prima posizione, David, ma più che un DJ superstar, è ormai una vera star del pop, a tutti gli effetti.
Axwell ^ Ingrosso
I migliori DJ e produttori del mondo se parliamo di EDM e la intendiamo come electro e progressive house. Sia presi singolarmente che in copppia, A^I sono carismatici, sono DJ di razza e produttori epici, hanno dalla loro una storia che è già mitologia. Così come fu un peccato non vedere Swedish House Mafia al numero 1 quando era il tempo, lo sarebbe ora non vederli premiati come meritano. Monumentali.

Richie Hawtin
Ridendo e scherzando, il vecchio Richie l’anno scorso ha guadagnato 39 posizioni, e considerando certe polemiche che si porta appresso, e lo scarso appeal che la techno sembra esercitare su chi vota la nostra speciale calssifica, non è niente male. Ha vissuto mille vite, Richie Hawtin, e negli ultimi due anni sembra viverne altre due contemporaneamente: da un lato diventando ancora pià noto e popolare al pubblico più mainstream; dall’altro ricostruendosi una credibilità che sembrava perduta anche in certi ambienti più integralisti. Sarebbe bello vederlo tra i primi dieci, quest’anno. Almeno tra i primi venti.
Gli scalatori
Kygo
Un produttore che diventa dj. Anzi, no, che fa tour da musicista. La vera caratteristica di Kygo è questa. Ciò nonostante, l’anno scorso ha debuttato al numero 33 della classifica, e quest’anno punta in altissimo. D’altrond eha tanti successi al suo arco, e sta contribuendo in modo significativo a quel cambio di sound in atto da un paio d’anni in qua. Non è un cortocircuito, è l’evoluzione naturale della specie. Se i dj sono diventati produttori, ora puntano a fare “qualcosa in più” anche dal vivo, e le definizioni si assottigliano. Kygo è uno che farà strada, anche nella Top 100 Djs.

DJ Snake
Anche per Snake si prospetta una bella salita. Dopo ‘Lean On’ con Major Lazer ha cambiato marcia, lasciando da parte la trap più ignorante per darsi a un suono decisamente più pop. Mossa che lo ha ampiamente ripagato, guardando alla sua ascesa in termini di popolarità e alle hit messe a segno. Possiamo addirittura azzardare una top 10 per lui, forse esageriamo ma ci sentiamo di puntarci qualcosa.
The Chainsmokers
Altra scommessa, sicuramente più difficile. The Chainsmokers sono il gruppo più ascoltato in streaming dopo Drake, la loro ‘Closer’ è uno strike mondiale e loro sono a metà tra la dance e il pop system. Forse sono personaggi più da Billboard che da DJ Mag Top 100 Djs, ma non sorprenderebbe vederli nella lista. E piuttosto in alto.

Alesso
Di diritto tra i grandi, lo inseriamo tra gli “scalatori” perchè per lui il meglio deve ancora venire. Alesso dalla dodicesima posizione dell’anno scorso dovrebbe toericamente salire un bel po’: ha dalla sua un bel po’ di quelle hit che sono inni della generazione EDM, e quest’anno con ‘I wanna know’ ha saputo cambiare stile senza sbagliare il colpo. Molto amato dal pubblico, lo svedese dovrebbe essere nelle prime dieci posizioni, quasi sicuramente. A consacrazione di una carriera che l’ha ormai consacrato.
Galantis
Un timido ingresso al numero 98 della classifica l’ano scorso, ma quest’anno le cose cambiano. I Galantis sono stati la colonna sonora dell’ultimo anno in radio, negli spot, in moltissimi club. Due veterani della dance che hanno varato un nuovo progetto e con il quale hanno fatto centro. Non ci sarebbe da stupirsi vedendoli compiere un balzo di quelli giganti, tipo la più grande ascesa dell’anno. Se vanno avanti così l’anno prossimo potrebbero pure essere tra i primi dieci-quindici. Chissà.
KSHMR
Il produttore americano non è popolarissimo in Italia, ma lo è negli States e ciò significa un bacino di voti incredibile, che dalla nostra prospettiva sembra quasi inconcepibile. Entrato al numero 23 nella lista l’anno scorso, punta a consolidare presenza e posizione entrando tra i primi 20. Se riesce in quest’impresa, deve cambiare marcia, innestare il turbo e puntare davvero in alto con una hit che sbanchi nel 2017.
Don Diablo
Dopo una gavetta lunghissima, alla ricerca di uno stile personale tra techno, progressive e poi electro, che l’hanno portato a navigare a correnti alterne tra alti e bassi, Don Diablo negli ultimi anni è riuscito finalmente a ritagliarsi un suo spazio, arrivando a occupare un rispettabilissimo trentesimo posto (la scalata pià alta rispetto al 2014) nella Top 100 dello scorso anno. I fan sono molto accaniti, e anche se non ha replicato il successo discografico di ‘Chemicals’ dell’anno scorso, ha avuto un buon anno e potrebbe essere salito ulteriormente nella nostra classifica.
12.10.2016