È un ottimo momento per gli Stereoliez, duo milanese che – con un background in Machete, label di Salmo, di cui forse ricorderete la produzione di ‘Non Sopporto’ per Salmo e Nitro, negli ultimi mesi sta contando una serie di release assolutamente interessanti. Tra le tante, parliamo di ‘Gangsta Talk’ e ‘Molly Breath’, il primo singolo out sulla WOLV di Dyro e il secondo sulla CONFESSION di Tchami, due etichette di primo piano che non a caso portano al supporto di alcuni dei protagonisti attuali della scena internazionale. Jack Ü, Borgore, Zeds Dead, Baauer, Ookay e Tchami sono solo alcuni dei nomi che hanno suonato parte della discografia dei due, e sembra che i grandi progetti non abbiano intenzione di arrestarsi qui. Ho scambiato due battute con Matteo e Luca a proposito di scena trap e supporto internazionale, ecco che ci siamo detti.
Parlatemi del vostro background recente: una serie di release su etichette importanti e il supporto di grossi nomi della scena come Skrillex, Diplo, Borgore ed altri. Raccontatemi qualche punto saliente della vostra carriera negli ultimi anni.
E’ stato tutto davvero veloce e inaspettato. Nell’estate del 2014 dopo vari contatti abbiamo firmato con Buygore per il nostro primo EP chiamato ‘STEEZE’ (la versione inglese del pezzo ‘Non Sopporto’ con Salmo e Nitro per Machete). L’EP è poi uscito completo a marzo del 2015 e dopo aver avuto un ottimo riscontro, Buygore ce ne chiese un secondo, ovvero ‘Paper Chaser’, nel quale abbiamo coinvolto anche il cantante Armanni Reign, seguito poi dal singolo ‘DNGR’, sempre su Buygore, in free download. Per quanto riguarda il supporto internazionale, anche questo è stato piuttosto inaspettato, ci siamo ritrovati giorno per giorno diverse tracce suonate all’interno di festival del calibro di Ultra Music, EDC Vegas e Lollapalooza. L’insieme di queste due cose ha sicuramente aumentato l’hype intorno al nostro nome e facilitato le release successive.
A proposito di release: le ultime vostre creazioni sono ‘Gangsta Talk’ uscita sulla WOLV di Dyro e ‘Molly Breath’ sulla CONFESSION di Tchami. Raccontatemi come sono nati questi brani e come siete entrati in contatto con le label.
Per quanto riguarda ‘Gangsta Talk’ è stata una sorta di piccolo parto (ride). Il pezzo prima di uscire ufficialmente è stato in giro per più di un anno nell’attesa del responso delle etichette. In seguito all’interesse da parte di Dyro siamo volati in Olanda in occasione dell’ADE, per conoscere lo staff della WOLV e siglare l’accordo che ha poi portato alla release. Riguardo ‘Molly Breath’ invece, trattandosi di una collaborazione con Sonny Banks, c’è stato il classico scambio di bozze tra di noi per poi arrivare al progetto finale; tramite un mail out della demo il pezzo è finito nelle mani di Tchami che se ne è subito innamorato e, dopo averci fatto correggere qualche dettaglio nel pezzo, ci ha chiesto se volessimo farlo uscire sulla sua label; nel frattempo continuava a suonarlo in più occasioni, non solo lui ma anche Malaa.
Diteci della scena elettronica italiana attuale. Dai festival ai nuovi artisti, secondo me stiamo migliorando di anno in anno. C’è ancora tanta strada da fare, per i festival nodi burocratici e problemi di pubbliche relazioni, e per i nuovi artisti urge un avvicinamento alla mentalità estera, con supporto reciproco e umiltà, che per ora sono tipici solo di alcune piccole realtà del nostro paese. A parer mio la grande maggioranza della nostra scena artistica continua a pestarsi un po’ troppo i piedi a vicenda.
La scena italiana attuale è davvero calda e lo si nota dal numero di talenti ad altissimo potenziale in circolazione. Purtroppo, come dici tu, non abbiamo ancora del tutto imparato a supportarci nel modo giusto e quindi si tende ancora a prediligere una mentalità battagliera, quando invece si potrebbero unire le forze per raggiungere l’exploit generale. Personalmente, negli ultimi due anni, abbiamo creato un rapporto di amicizia e lavoro con i Retrohandz che riteniamo essere sicuramente tra i produttori italiani più forti sulla piazza, grazie al quale abbiamo avuto strada molto più facile per collaborazioni e remix vari. Per quanto riguarda l’aspetto festival abbiamo fatto passi da gigante, penso che il Nameless Festival nel giro di pochi anni diventerà un’icona per tutta l’Europa; peccato non essere mai stati presenti in line up, ci toccherà lavorare di più per arrivarci l’anno prossimo!
Come giudicate lo stato attuale della trap a livello mondiale? E’ un genere che in America è sempre andato molto forte e che sta rapidamente prendendo piede anche in Europa.
Forse ora più che mai la trap, intesa sia come “club banger” che ramo dell’hip hop, ha raggiunto il massimo splendore. Parliamo di un genere a cui siamo molto legati e siamo felici di vederne la sua esplosione anche in Europa.
A proposito di trap, per voi ha senso questa recente polemica italiana trap vs rap? Dopo ‘Bimbi’ di Charlie Charles è ormai evidente quali siano i “capitan futuro” della scena hip hop italiana, ma numerosi detrattori continuano a sottolineare che questi giovani, con questo stile così fuori dal coro, non sarebbero all’altezza, né ora né in futuro, della “vecchia guardia” italiana. Che ne pensate?
Pensiamo sia normale che la novità prenda il “sopravvento” su quello che è definita “vecchia guardia”, senza però dimenticare che molto di quello che sentiamo e vediamo oggi è comunque influenzato da quest’ultima. Non c’è polemica.
A cosa state lavorando attualmente? C’è qualche futura uscita che potete anticiparci già da ora?
Al momento sono davvero tante le cose su cui stiamo sbattendo la testa. Abbiamo parecchie collaborazioni in lavoro e un nuovo EP pronto all’80%. Abbiamo anche ricominciato i live per il nostro STEEZESHOW e per le date in cui accompagniamo Samuel Heron. Diciamo che sarà un’estate più calda del solito!
Qualche artista con cui siete in fissa ultimamente?
Secondo noi, Joyride e Boombox Cartel sono al di sopra di tutti sul lato produttivo, mentre sulle sonorità più morbide il king è Travis Scott.
03.05.2017