• DOMENICA 24 SETTEMBRE 2023
Clubbing

Venezia sta diventando una’isola felice per la dance alternativa?

Deena Abdelwahed, Charlotte Adigéry & Bolis Pupul, Nkisi, Tolouse Low Trax: il festival Set Up ci ha deliziato con proposte innovative, fresche, lontane dagli standard e mai banali, in una location mozzafiato

Foto: Matteo de Fina

La domanda è lecita. Venezia non è esattamente la prima città che ci viene in mente se pensiamo al clubbing. Certo, Spiller, Bottin, Tommy Vee, innumerevoli avventure in consolle degne di nota o decisamente note; ma di sicuro non stiamo parlando di una delle capitali del settore. Invece, è una delle capitali mondiali dell’arte, e ciò include naturalmente anche diversi rivoli di arti performative, anche musicali. La cosa interessante è che grazie a curatori illuminati, può succedere che i due mondi si incontrino, e che la loro unione sia felicissima. L’abbiamo visto (e raccontato) in occasione della Biennale Musica, ormai un must del panorama veneziano, e torniamo a farlo grazie a Set Up, una rassegna (anche questa biennale) andata in scena venerdì 3 e sabato 4 febbraio e che ha portato alla Punta della Dogana due giorni di grande musica, di incredibili protagonisti, e di tanto divertimento.

Che cos’è Set Up? Un luogo fisico (la Punta della Dogana), un luogo metafisico (Palazzo Grassi, nel senso di organizzatore dell’evento) un luogo di incontri (tra musica e arte, ma anche tra parti di pubblico variegate appartenenti a entrambi i mondi), un momento in cui concerti, dj set, performance artistiche coesistono nello stesso posto, nello stesso festival. Che ora vi raccontiamo.

Riccardo Benassi – Foto: Matteo de Fina

Set Up parte il venerdì sera con la danza di Leïla Ka e l’ambient screziato di jazz firmato Carmen Villain, per poi sorprenderci con “Corvidae. Sguardi di specie” in cui l’attrice Marta Cuscunà unisce l’immaginario ancestrale del mito di Fanes ai principi di animatronica utilizzati per manovrare i pupazzi. Immaginate un teatro dei burattini con personaggi costruiti in metallo e manovrati come dei robot. La serata entra nel clou con uno dei main act, il concerto di Charlotte Adigéry & Bolis Pupul, che portano dal vivo l’acclamato album ‘Tropical Dancer’ in un live coinvolgente e tutto da ballare. L’atmosfera si spezza con la performance di Riccardo Benassi (sarà presente anche il sabato con la “parte 2”, o meglio i capitoli 4, 5 e 6) che intreccia un dj set molto ravey e un’installazione video dove un testo che parla appunto della rave season degli anni ’90 scorre in mezzo alla platea. E per spingere ancora di più sull’acceleratore, il finale è nelle mani della dj congolese Nkisi, forse poco fluida nei mix ma capacissima di tenere incollati tutti quanti al dancefloor fino a chiusura, con un set tra techno, afro-techno, e ritmi spezzati, un suono molto contemporaneo e contaminato che ci ha davvero affascinato.

Nkisi – Foto: Matteo de Fina

Una contaminazione che è padrona della scena anche sabato sera, con il live di batteria ed elettronica di Andra Belfi, già tra i favoriti di Thom Yorke che l’ha voluto in apertura di alcune date del suo tour del 2019, e che qui conferma la validità del suo set, a cui in molti hanno reagito con un plauso senza riserve; Melina Boubetra ci porta nel mondo della danza hip hop e jazz prima di lasciarci nelle mani del live di Tolouse Low Trax, a dire il vero un poco insipido e statico, e del concerto dell’Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, che si definiscono “tropical postpunk – afro avantpop” e che sono una big band capace di coinvolgerci fino all’ultimo brano, in un crescendo sonoro dove a un inizio in punta di piedi, un po’ timido, segue una sempre maggiore confidenza con la sala e il pubblico, complice anche un suono che cresce in volume e accuratezza (evidentemente non è facile sonorizzare un concerto con molti elementi in una navata altissima e con una conformazione non proprio standard). In chiusura, il pezzo forte della rassegna: Deena Abdelwahed, dj tunisina trapiantata in Francia, che ci delizia con un set potente, ricco di groove, mai banale, lontano dalla monotonia della cassa in quattro per quasi tutta la sua durata (e intelligentemente presente per gli ultimi infuocati minuti, a infiammare definitivamente la sala) e dove però le ritmiche sghembe e ricercate non sono mai un modo per cedere alle lusinghe dell’essere strani per il puro gisto di essere difficili, ma al contrario vanno nella direzione di offrirci una modalità di danza differente ma intrigante. Deena fa quello che ogni dj di qualità dovrebbe cercare di fare: farci scoprire e ballare musica che non sapevamo ci piacesse. Mitica.

Deena Abdelwahed – Foto: Matteo de Fina

Set Up è una rassegna di grande qualità, sono stati due giorni entusiasmanti nella proposta, perfetti nell’organizzazione, affascinanti e curiosi per la line up. E con il valore aggiunto di averci portato ancora una volta a scoprire una città che è troppo spesso fuori dalle rotte del clubbing, ma che invece ci ha nel modo migliore accolti e coccolati. Set Up ha un solo, grande difetto: è biennale, e ciò significa che l’anno prossimo non potremo goderne.

 

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Albi Scotti
Giornalista di DJ Mag Italia e responsabile dei contenuti web della rivista. DJ. Speaker e autore radiofonico.

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