Abbiamo avuto il loro nuovo video “Battle Royal” assieme ai Dope D.O.D. in anteprima Italiana su Dj Mag settimana scorsa, ma la Battle consiste in ben 4 rounds! Sentiamo!
Raccontatemi meglio di Battle Royal perché non è solo un video ma è il nome del vostro nuovo EP..
Si “Battle Royal” è il nome dell’EP, questo è il primo omonimo singolo estratto. L’EP consiste in 4 tracce che abbiamo creato nel corso dell’ultimo anno.
Saranno tutte collaborazioni?
Si tutti e 4 i brani. Battle Royal l’ho prodotta io (MRK1), mentre gli altri sono prodotti dai Dope D.O.D., è stato un continuo scambio di materiale, idee e versi..
Non abbiamo fatto in passato molte collab con altri rapper, in parte perché non avevamo incontrato nessuno che fosse sullo stesso piano di quello che facciamo noi, mentre quando abbiamo sentito i Dope siamo rimasti folgorati! Il bello di questo progetto è stata la maniera fluida e naturale in cui tutto si è svolto, nulla di forzato, e penso proprio si percepisca dai brani.
Raccontatemi di come è nata la collab!
I nostri manager si sono messi in contatto e inizialmente ci scambiavamo solo beats…vedere cosa piaceva a noi, cosa piaceva a loro….
Quando si è trattato di fare il video, noi abbiamo oltre all’etichetta una company multimediale (EY3 Media) qui a Manchester, quindi abbiamo subito iniziato a buttare giù idee per il video. Volevamo che fosse davvero epico, che si sentisse che fosse underground e quel feel da clash. Quando i Dope sono venuti a Manchester per girare il video era la prima volta che ci incontravamo di persona. Le registrazioni erano tutte avvenute via internet, uno scambio continuo di versi e rime. Era la prima volta che lavoravamo cosi, e penso anche per loro, ma è stato molto divertente!
Quando sono venuti qui a girare, quel bel rapporto lavorativo si è trasformato in vero rapporto d’amicizia., ora siamo “compari”!
Infatti voi avete alcuni tratti comuni, ma stili e background molto diversi. Cosa apporta ciascuna crew a questo mix per renderlo così ben calibrato e allo stesso tempo esplosivo?
I Dope portano degli elementi derivanti da un hip hop più classico, mentre noi siamo più uk underground con una forte influenza grime. In Battle Royal in particolare si può sentire questa influenza grime nel nostro flow, l’abbiamo accentuata apposta in questo brano rispetto agli altri, volevamo proprio che si sentisse.
Indubbiamente abbiamo delle differenze come crews, come dicevi tu, ma anche all’interno della stessa crew ci sono varie sfumature, ad esempio nei Dope, Dopey e Skits hanno due stili molto diversi tra loro e diversi a loro volta da JayReaper; idem all’interno dei Virus.
Com’è la scena grime al giorno d’oggi a Manchester e nello uk?
Direi che stiamo vivendo una nuova Golden Age per il grime. E’ enorme qua adesso. Vedi anche artisti quali Kanye West o Rick Ross che vogliono saltare a bordo del grime.
Manchester ha sempre avuto una scena musicale molto viva in generale, e in particolare per il grime, e l’avrà sempre. E’ molto diversa dalla scena Londinese. Questa cosa ci ha molto accomunato ai Dope DOD, perché anche loro non provengono dalla capitale. In Inghilterra tutto gira intorno a Londra, e spesso è difficile per un artista farsi notare se non sei a Londra. Ma noi della scena di Manchester siamo sempre stati fedeli al nostro stile, al nostro modo di fare le cose.
Abbiamo detto che questo singolo anticipa l’EP, ma l’EP anticipa un album, dico bene?
Stiamo lavorando ad un nuovo progetto, siamo circa a metà…non sappiamo ancora se sarà un LP o un EP lungo diciamo. Questo progetto avrà delle influenze e sonorità un po’ diverse rispetto a quelle che siete soliti sentire da noi…per questo ci stiamo lavorando bene e indubbiamente la collab coi Dope anticipa bene quello che verrà.
Stiamo lavorando con Dj Vadim al momento su un po’ di materiale, per ora in realtà vogliamo tenere il nostro sound “in house”…nello scorso album avevamo collaborato con tanti produttori, che era quello che volevamo fare in quel periodo. In questo momento invece vogliamo concentrarci su quello che siamo proprio noi come crew, definire bene il nostro suono e la nostra identità, sia sonica sia visiva. Inoltre lavorare “in house” vuol dire che possiamo aggiustare meglio il tiro del beat a seconda dei vocals per far risaltare meglio proprio le voci. Per noi i testi sono tutto. Noi diciamo, comunichiamo qualcosa. Questi piccoli accorgimenti da far al beat portano davvero il testo e la canzone in vita. Mentre quando lavori con altri produttori è più difficile fare tutti questi aggiustamenti, a meno che non siano in Manchester e ci si trovi in studio. Noi vogliamo dipingere delle immagini nella testa di chi ascolta, quasi come fosse un film. E l’unico modo per poter dipingere queste immagini nella mente degli ascoltatori è di sapere esattamente cosa stai facendo, avere bene il controllo su ciò che fai e come lo fai. E posso assicuravi che il nuovo progetto è davvero il meglio che abbiamo mai fatto!
05.05.2015