Una domanda che ci siamo sempre posti (e che forse ci poniamo ancora oggi) è:
Che tipo di rapporto dovrebbe avere la musica con la moda?
Si tratta di due fattori che mescolandosi hanno costantemente influenzato la sociologia nella musica elettronica e non solo, tuttavia il compito più difficile è riuscire a far dialogare i due elementi in un sottile equilibrio dove se uno dei due fosse preponderante provocherebbe delle anomalie.
La scorsa settimana siamo stati al party VOG, evento nato a Vicenza che cerca il perfetto connubio tra queste due sfere, ed abbiamo parlato della questione assieme a Cesare De Filippis, ideatore e promoter del party.
Ciao Cesare, benvenuto su Dj Mag Italia. Per prima cosa vorrei chiederti di riassumere il concetto di VOG per chi non lo conoscesse.
VOG è concept alternativo che ho creato assieme ai miei amici e colleghi Nico e Basty. E’ il luogo dove si mescolano musica, moda e divertimento senza compromessi. Per noi si tratta di costante ricerca della qualità e cura del dettaglio. Questi sono i concetti che dal primo giorno abbiamo voluto trasmettere con questo party.
Il rapporto che intercorre tra musica e moda è secondo te sano o rischia di spostare l’attenzione su aspetti che con la musica effettivamente hanno poco a che fare?
Io sono dell’idea che il binomio musica e moda sia assolutamente sano, la storia lo insegna. Nel corso delle generazione spesso la musica ha influenzato la moda e viceversa. Mi viene in mente il movimento Hippie consacrato nel ’69 con il festival di Woodstock che ha spostato l’asse del mondo della musica, creando leggende del rock, differenziandosi per uno stile che riecheggia ancora, nei fiori sugli abiti leggeri, su gilet e jeans a zampa, zeppe e tacchi larghi, fino alle fascia sulla fronte. Per passare ai ribelli del “punk” come i Sex Pistols, Ramones ecc ecc. con creste, spillette, borchie su giacche in pelle, cinture,scarpe e quel look anarchico che ha rivoluzionato gli anni 70-80. Questo mi fa riflettere sul fatto che due mondi come moda e musica detengano ancora oggi il primato di principali espressioni del mutamento/influenza socio-culturale. Nel caso di VOG, ovviamente non cerchiamo di influenzare nessuno, ma siamo riusciti a creare un legame tra quello che NOI consideriamo tendenza alla musica HOUSE.
Una particolarità di VOG è sempre stata quella di non annunciare l’ospite presente alla serata. Una decisione contro corrente soprattutto in un periodo di crisi come questo. Affronterete sempre con questo coraggio le scelte artistiche del party?
Si presumo che questa politica verrà adottata sempre, dico questo perché sin dal primo party abbiamo optato per una scelta controcorrente ma rispettosa del concetto che abbiamo voluto improntare. VOG è alternativo anche in questo, fuori dagli schemi se ci confrontiamo con situazioni vicine a noi, ma la qualità del party e la fiducia riposta nei nostri confronti da parte del pubblico selezionato ci permette di portare avanti questa scelta coraggiosa senza grossi problemi. Come ho anticipato prima cerchiamo con scelte importanti di non deludere mai le attese proponendo sempre guest del panorama internazionale della musica HOUSE in particolare soulful, annunciandoli a gran voce due ore prima del party. A volte, non nego la grande voglia di annunciare a tutti l’ospite qualche settimana prima ma mi mordo la lingua e vado avanti!
Che legame hai con la house music, soprattutto con la sua concezione old school, che oramai è una vera e propria caratteristica di VOG?
Ovviamente è inutile soffermarsi sul fatto che la soulful house sia uno dei generi migliori che la musica dance ci abbia regalato, parere personale, chi di noi non ha mai ballato e sorriso con un pezzo di Frankie Knuckles . Ci tengo a dire “sorriso” perché è questo l’effetto che provoca la house music old school, se posso definirla con un aggettivo direi CONTAGIOSA. Dal primo giorno che ci siamo seduti a tavolino per strutturare questo party abbiamo individuato nell’house music old school la linea artistica fondamentale per l’idea di party di qualità. Siamo riusciti a coinvolgere piu generazioni dal 25enne al 40enne e l’aria che si respira durante il party è qualcosa di raro, ricordandoti che è un party Domenicale ad un’ora anomala (dalle 19.00 alle 02.00 n.d.r).
Sbilanciarsi è sempre difficile ma quale artista ti ha colpito particolarmente nel corso della storia di VOG?
Allora non è mai facile sbilanciarsi, ma Dj Spen personalmente nel Closing Party di Aprile ci ha regalato un performance da paura, infatti non ci abbiamo pensato due volte a riproporlo quest’anno con risultati altrettanto straordinari. Non nego che ci siamo divertiti molto anche con Kenny in VOG #STRIPES un’esibizione che ha aperto le danze ai guest OLD SCHOOL che ormai caratterizzano musicalmente il nostro party,con un susseguirsi di artisti del calibro di Todd Terry, Terrence Parker, Terry Hunter, Bobbie D’Ambrosio. Con molto orgoglio ricordo anche Coccoluto maestro della house music italiana ed esibizione che ha lanciato VOG all’interno di una discoteca.
La moda è un aspetto molto importante della ritualità che si sviluppa nei club e durante i party. Hai notato trend particolari e diffusi nel corso di questa avventura?
VOG lega il party a un dress code contestualizzato alle tendenze attuali, un lavoro di ricerca e studio continuo da parte del nostro staff. Abbiamo sviluppato un sito internet VOG completo di molti articoli inerenti i trend setter del momento e tutto quello che riteniamo importante a riguardo della moda. Questo canale è un plus per il party e qui ci leghiamo al concetto moda/musica, clienti sempre informati sulle mode del momento riproposte nei party VOG. Posso dire che il trend in voga è assolutamente lo streetstyle, nell’ultimo anno questo outfit ha regnato nei party VOG e non solo. Non a caso lo street-style ha dominato la Milano fashion week dello scorso settembre.
Ci puoi svelare qualche novità nel futuro di questo party?
Il party presenta quotidianamente delle novità legate alle tendenze del momento, ma come dicevo sopra ha predominato la streetstyle nell’ultimo anno, chissà che nel 2015 non possa esserci una piccola pausa e un cambiamento radicale del dress code.
In base a quale criterio selezionate gli artisti che vengono coinvolti nel party?
Principalmente sull’esperienza vissuta in questi anni di party, il progetto si è spostato tendenzialmente su artisti americani dove le sonorità cantate sono ben accentuate e si sposano bene con la tipoligia del party.
Quali sono i criteri di selezione della clientela che può partecipare agli eventi VOG?
L’esclusività del party e la caratteristica del bracciale ci ha dato la possibilità di circoscrivere e avvicinare a noi una clientela ben precisa. Il bracciale utilizzato come invito è stato un rispolvero del vero promoter, siamo tornati indietro con il tempo quando i clienti si affidavano alle parole e all’entusiasmo del promoter. Non c’è un vero è proprio criterio di selezione, ci siamo circondati di uno staff intelligente “giusto” che riesce ad interagire con la clientela adeguata ad un evento cool come VOG . Questo è lavoro complesso ma ci permette sempre di sapere chi abbiamo al nostro party.
15.12.2014