• GIOVEDì 28 SETTEMBRE 2023
Interviste

Wad, il Robin Hood della radio, tra frasi (rubate) e il club che “sono più di una scuola”

Cosa c'entrano i Martinez Brothers con Sfera Ebbasta? E Kendrick Lamar e i Major Lazer? Ce lo spiega la voce in ascesa di Radio Deejay. Che ha scritto persino un libro-manifesto da cui prendere spunto per creare e divertirsi

“Rubare (frasi) era proprio nel DNA del libro”, dice Wad del suo ‘Ruba (le frasi di questo) libro’, un volume edito da Baldini & Castoldi che ci permette quasi di fare un sampling di pensieri scritti e di tornare sulle orme non solo di un amico, non solo di un celebre collaboratore di DJ Mag Italia bensì anche di un personaggio in netta ascesa, che come un missile è decollato da tempo dalla rampa di lancio di Radio Deejay. Un libro, questo, il suo, ispirato da ‘Steal This Book’ di Abbie Hoffman, “giunto ormai al suo 50° anniversario e che contò su un autore sovversivo e anticonformista che spesso ha basato i suoi dettami sulla guerrilla e la lotta al sistema”.

Ma torniamo a capofitto su Wad. Cosa c’è di suo, di personale, del programma ‘Say Waaad?’ all’interno del libro. E, ribaltando la domanda, cosa c’è del libro che Wad porta all’interno di ‘Say Waaad?’ è presto detto: “Del libro, nel programma, c’è praticamente tutto quello che nasce nello studio stesso (in cui sto rilasciando l’intervista). L’esigenza di scriverlo è nata dal fatto che viviamo in un’epoca di… turbo tutto, di… turbo capitalismo e turbo informazione. Spesso, (qui) vengono dette cose importanti che tuttavia si perdono; ho quindi voluto screenshottare momenti da conservare, frasi che a volte sono motivazionali e a volte sono intime e introspettive”.

La copertina di ‘Ruba (Le Frasi di) Questo Libro’ di Wad

I pensieri riportati da Wad nel libro sono piccoli ma grandi manifesti. “Sono frasi che estrapolate dal contesto diventano altro. Per esempio, una grande assenza di poesie sui social ha lasciato spazio a un pensiero di Marracash. Molti utilizzano ‘Ruba (le frasi di questo) libro’ come fosse un libro di risposte, si pongono una domanda e leggono la risposta aprendo una pagina a caso”. Il 2023 cosa porterà a Wad? “Intanto dico subito che fino al 2024 non riesco a pensare, è troppo avanti, siamo nel qui e ora e ci godiamo dei feedback molto belli di vita. Arrivo proprio da una riunione durante la quale abbiamo discusso di quello che si può fare nei prossimi mesi”.

Wad ha scritto per DJ Mag Italia. Scrive oggi per varie testate. È interessante andare a scoprire i suoi gusti musicali e il suo pensiero sul mondo del clubbing. “Il mondo delle discoteche è la mia seconda casa. Da ieri sera (riportiamo queste parole il giorno successivo, ndr) sono in dritto, ho suonato al The Club Milano come ogni mercoledì. Bene, il mondo del club è il mio benzinaio, è dove vado a fare il pieno di carburante, dove avverto l’energia delle persone, dove capisco le potenzialità delle canzoni. Dal mio punto di vista, il club è dove si approfondiscono le relazioni. Il dancefloor non deve essere visto solo come un palcoscenico per gente che vuole ballare”. E Wad ne sa come dimostra la playlist che ha confezionato appositamente per noi.

 

Wad in discoteca ci andrebbe “anche pagando”. Le adora. Le frequenta anche da vero clubber, da vichingo del groove, da appassionato. “Mi piace vivere la notte in questo modo. In diverse serate alla fine è la discoteca il posto in cui mi diverto di più. Il mondo è quello mio e vostro, di DJ Mag, lì dove ci sono buoni amici. Il periodo in cui ho scritto per voi è stato intenso e piacevole. Ho intervistato Sven Väth, per DJ Mag Italia. Una esperienza che mi ha permesso di conoscere molti artisti”.

Nonostante la giovane età, qui si parla di una carriera in netta ascesa. “Io in realtà ho capito negli ultimi anni che tutto serve. Serve fare tanto lavoro sporco e serve farlo anche quando pensi che potresti permetterti di non farlo. E io faccio ancora tanto lavoro sporco, basta poi che mi permetta di far esplodere la mia creatività in territori artistici creativi. Devi saper fare tutto e crescere, il che significa conoscere i propri limiti, i punti deboli, che io esploro. Ci sono delle cose che non faccio perché so che non appartengono al mio mondo e io non faccio parte del tuttologismo di questa epoca storica: cerco di fare quello che mi piace”.

Wad intervistato negli studi di Radio Deejay

Nato ad Altamura, in Puglia, Wad ha frequentato i suoi primi piccoli festival in questa prospera area dell’Italia. In tanti anni, muovendosi nel dietro le quinte dello show biz, ha collaborato con grandi professionisti per farsi le ossa ed emergere. “Prima capisci tante cose e prima impari. Trovo molto formativo lavorare in club ed eventi, che tu sia un pr o un dj, l’importante è seguire il tutto con disciplina. L’intrattenimento, la discoteca, il clubbing sono una grande scuola.

Restando in ambito più urban, Wad ha approcciato alla musica ballando breakdance e “interessandomi anche di classici del periodi in cui non ero ancora nato: brani di James Brown o di Incredible Bongo Band e del mondo degli anni Settanta e Ottanta. Vero, su Spotify si troviano questo tipo di tracce ma difficilmente le vai a cercare e ad ascoltare se non sei guidato da una passione per la danza, per il mondo urban e per quello dance. La parola chiave dei miei gusti è urban, sia come la potrebbero intendere i Martinez Brothers o Sfera Ebbasta o ancora Kendrick Lamar e i Major Lazer.

 

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Riccardo Sada
Distratto o forse ammaliato dalla sua primogenita, attratto da tutto ciò che è trance e nu disco, electro e progressive house, lo trovate spesso in qualche studio di registrazione, a volte in qualche rave, raramente nei localoni o a qualche party sulle spiagge di Tel Aviv.

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