Sono trascorsi quasi due anni dall’uscita dell’ultimo album di Flying Lotus ‘Flamagra‘. Un intervallo di tempo in cui il producer statunitense si è dimostrato prolifico su molti altri versanti. Tra questi la nascita del canale Brainfeeder su Twitch, la vittoria di un grammy award come best producer, ed infine la colonna sonora per l’ambizioso progetto ‘Yasuke‘. L’anime riprende la celebre vicenda di Yusufe, servitore del gesuita Alessandro Valignano, giunto al suo seguito in Giappone e ceduto al leggendario daimyo Oda Nobunaga. Si ritiene che storicamente queste vicende siano avvenute attorno al 1580, verso la fine del periodo Sengoku, in cui Nobunaga conquistò larga parte del Giappone dopo una serie di estenuanti campagne militari. Yusufe, divenuto nel frattempo Yasuke, segue con coraggio ed onore il proprio signore riuscendo a divenire samurai ed una delle sue guardie del corpo. Si tratta dunque del primo straniero ad essere riconosciuto come samurai in terra nipponica prima di William Adams ed Eugene Collache.

L’anime ci accompagna attraverso la narrazione di ciò che avviene con la morte di Oda Nobunaga, dopo la quale uno Yasuke privo di scopo si abbandona ad una vita di solitaria penitenza. Nel corso della storia il samurai dovrà ritrovare la propria forza interiore ed un nuovo scopo rinvigorendo il proprio bushido. Flying Lotus si inserisce in questo contesto col duplice ruolo di produttore della soundtrack e sceneggiatore, ed è forse questo uno dei limiti di ‘Yasuke‘ come opera completa. Che il mondo otaku sia una delle passioni di Flylo non è un segreto e si evince un certo rispetto nel voler tributare un omaggio sincero all’animazione giapponese. Flying Lotus inoltre ha iniziato la propria carriera partendo dal contesto di Adult Swim, canale dedicato all’animazione, con un certo focus su tutto ciò che è borderline, nell’accezione positiva del termine, o avanguardistico. Ciò che ne consegue è che la soundtrack di Yasuke colpisce nel segno ma lo fa con una barriera d’ingresso, una sorta di prerequisito per comprendere questo lavoro: conoscere il mondo degli anime ed i suoi capisaldi.

Alcuni dei segnali di questa volontà sono evidenti in tracce come ‘Crust’, ‘Hiding In The Shadows’ e ‘War Lords’. Nella prima c’è il tributo a Nujabes, compianto produttore giapponese deceduto nel 2010, autore della soundtrack dell’anime ‘Samurai Champloo‘, e spesso avvicinato a Flying Lotus come sua ispirazione. Nel secondo abbiamo la voce di Niki Randa che canta su quella che è la sigla di chiusura di ogni episodio dell’anime, tributando Neon Genesis Evangelion con la sua ‘Fly Me To The Moon’ di Frank Sinatra, nella versione di Claire, Yūko Miyamura, Kotono Mitsuishi. ‘War Lords’ è probabilmente la citazione più difficile da cogliere, ma anche la più affascinante. Nel 1998 i The Seatbelts stanno lavorando assieme alla loro leader Yoko Kanno alla soundtrack di Cowboy Bebop, altra pietra miliare dell’universo anime. Il gruppo riesce ad ottenere il permesso per poter lavorare ad una cover di ‘On The Run’ dei Pink Floyd. Un privilegio molto raro viste le scarse concessioni del leggendario gruppo britannico e la destinazione finale della cover stessa. Il brano viene riproposto con grande eleganza e cura e si integra perfettamente in uno degli episodi più iconici di tutta la serie. Flying Lotus a 23 anni di distanza recupera dei frammenti di quel brano e li campiona per questa traccia.
Se da un lato dunque abbiamo una soundtrack prodotta con rispetto e secondo standard di qualità elevati, dall’altro abbiamo l’anime con tutti i suoi difetti e le sue debolezze. Yasuke ha presupposti affascinanti, intuizioni che avrebbero meritato un approfondimento ma in generale soffre di quello che in gergo viene definito overbooking. Non c’è spazio di respiro in un arco narrativo saturo di eventi, di personaggi stereotipati introdotti con eccessiva generosità, e di totale assenza di quelle componenti riflessive ed introspettive tipiche della figura del samurai e dell’immaginario musicale di Flying Lotus. La delusione più cocente giunge però nel finale dove Yasuke ritrova il proprio bushido ed immola la sua vita per salvare la co-protagonista. Questo finale agrodolce viene sacrificato con un deus ex machina concludendo il tutto con un banale happy ending. Singolare, conoscendo lo stretto rapporto di Flying Lotus con il concetto di morte, tema a cui peraltro ha dedicato diversi album nella sua carriera.
Più o meno consapevolmente non è la prima volta in cui figure legate al mondo della musica elettronica incrociano i propri passi con quelli dell’universo dell’animazione. Abbiamo già citato Nujabes, alterego nipponico del leggendario J Dilla, eccellente in ‘Samurai Champloo’. Impossibile non menzionare i Daft Punk con il loro ‘Interstella 5555’, corollario perfetto dell’album ‘Discovery’. E se ampliamo il campo muovendoci attraverso serie o film arriviamo ai Chemical Brothers in ‘Hanna’, ai Prodigy in ‘Hackers’ e ai Massive Attack in ‘Prison Break’. Viene lecito chiedersi: “who’s next?”.
18.05.2021