Il trio olandese Yellow Claw è, usando una sintesi molto sobria ed elegante, “una botta di vita”. Nati da quel sottobosco tutto dutch che unisce dubstep pesante, trap, le influenze caraibiche da cui si sono generate tutte le varie ramificazioni electro/dutch house/moombahton, e dosi massicce di suoni EDM e trance (posso finalmente dire che a me molta EDM ricorda da vicino certa trance che girava fortissima intorno al 2000?), appicciati al rap dell’mc Bizzey e alle voci dei cantanti presenti sulle loro tracce. I ragazzi hanno imposto un sound che si è fatto via via sempre più personale, a suo modo unico, reso ancora più forte da un immaginario molto duro, nei video dalla forte attitudine street e gangsta che hanno sicuramente parecchio appeal sui fan (i numeri parlano chiaro: milioni di views sul Tubo; “Till it hurts”, la loro ultima hit, ha superato il milione di click in tre settimane).
L’Artiglio Giallo (Nizzle, Jim e il già citato Bizzey) arriva sabato 13 dicembre al Grey’s Room di Milano; al pacco-dono natalizio aggiungete 88 Bros, Pu666y e Dope Boys, e avrete – oltre ai numeri per la tombola di Santo Stefano – una bella serata dove ballare, twerkare, sudare fino alla Vigilia (info evento QUI).
Mai paghi, ci siamo fatti qualche chiacchiera con Nizzle per conoscere meglio la band prima di sentirla suonare. Si è parlato di Olanda, dei loro live e del loro modus operandi. Here is, ladies and gentlemen.
Il vostro sound è un clash di trap, dubstep, hip hop, EDM, anche un pizzico di moombahton. Come siete arrivati a un suono così personale, così tipicamente vostro?
Il fatto è semplice: produciamo la musica che vogliamo suonare durante i nostri show. Ed è essenzialmente il focus di tutto ciò che facciamo. Testiamo i nostri brani dal vivo, se non “sbocciano” durante un concerto, se non percepiamo una buona risposta, li accantoniamo. E’ una gara di sopravvivenza, solo i migliori ce la fanno.
Il vostro Paese, l’Olanda, è un posto incredibile per la musica elettronica: dalle superstar EDM alla house più innovativa stile Rush Hour, fino agli eroi trap e dubstep. E’ più semplice ottenere un’attenzione internazionale su di sè partendo da un luogo dove c’è molta esposizione? Oppure la concorrenza rende le cose più complicate?
Hmmmm… bella domanda. Ciò che sappiamo è che partire dall’Olanda è un ottimo vantaggio per iniziare una carriera come dj, perchè c’è una grande richiesta e disponibilità di serate e si può quindi avere molta visibilità, oltre che lavorare tanto. Il Paese è geograficamente piccolo, perciò tutto è molto vicino, e si possono facilmente affrontare due o tre performance in una sola serata. In estate puoi tranquillamente fare cinque festival in un solo giono, è pazzesco. Un’altra cosa che sappiamo è che si può imparare a fare il dj in un secondo, garantito.
Qual è il vostro approccio a un nuovo brano, quando siete in studio?
Può avvenire in qualunque modo, da un sample, da un loop, da una nuova canzone che ascoltiamo su YouTube, non c’è nulla di preciso, non esiste un metodo. Anche un suono di synth o un nuovo plug in possono essere d’ispirazione.
Descrivimi il vostro set up durante i live.
Jim e io mettiamo i dischi, siamo molto attivi sui nostri quattro CDJ, amiamo smanettare tutto il tempo. Bizzey aizza e dà la carica al pubblico, è un genio con il microfono in mano!
12.12.2014