• SABATO 19 LUGLIO 2025
Festival

Airbeat One: la carica dei 200mila

Il festival tedesco si conferma una certezza nel calendario internazionale. Un’organizzazione attenta ad ogni dettaglio e scelte artistiche non convenzionali alla base del suo successo

foto di Justin Sonder

Come si organizza un festival di musica elettronica a regola d’arte? Sempre una buona idea andare a verificarlo ad Airbeat One, svoltosi da mercoledì 9 a domenica 13 luglio 2025 a Neustadt-Glewe, città ubicata nel land di Mecklenburg-Vorpommern, nel nord della Germania. Tanti sono gli spunti che ogni anno Airbeat One riesce ad offrire, partendo giustamente avvantaggiato dal fatto di poter contare su un sistema ed un‘organizzazione tedeschi, già in quanto tali indici di assoluta garanzia che tutto andrà come deve andare. Il resto, tutto il resto, è davvero da raccontare.

Una location perfetta
Neustadt-Glewe è la classica città di provincia nella terra di nessuno, ad un’ora abbondante dall’aeroporto più vicino, quello di Amburgo: come location è stato scelto un altro aeroporto, ormai sostanzialente dismesso, con l’ovvio vantaggio di offrire spazi enormi per costruire palchi mastodontici ed aree tematiche, compresi giostre ed altri divertimenti in puro stile luna park; ancora più importante il fatto di poter usufruire su una logistica snella e funzionale per parcheggi, campeggi e strutture temporanee ad esempio per gli street food, evitando su quest’ultimo fronte che si creino attese prolungate prima di essere serviti. Airbeat One diventa così per qualche giorno un mondo a sé stante: se si conta il pubblico presente in questa edizione – 200mila persone – la 22esima edizione del festival tedesco è diventata la terza città più grande di questo land.

 

Il palco principale
Altra scelta premiante di Airbeat One, quella di dedicare ogni edizione ad una nazione. Quest’anno la scelta è caduta sulla Spagna e anche questa volta il palco principale – largo 180 metri e alto 45 – è stato costruito ispirandosi ai monumenti ed ai tratti distintivi in questo caso iberici e catalani: ne è derivato un collage tra la Sagrada Familia di Gaudí a Barcellona e l’arena Las Ventas di Madrid.

L’idea di un palco principale così tematico – spiega Sebastian Eggert, CEO di Airbeat One GmbHci è venuta per distinguerci da tutti gli altri festival. Sarebbe stato più semplice prendere spunto dai main stage dei festival più importanti ma così si diventa omologati. Siamo sempre alla ricerca di nuove idee: potremmo creare palchi nella foresta circostante, dare più spazio alla House Music, coinvolgere ulteriormente il pubblico straniero. Sempre mossi da una regola fondamentale: far pagare il divertimento ad un prezzo equo”.

Oltre 250 artisti
Sono oltre 250 gli artisti che si sono esibiti ad Airbeat 2025, in rappresentanza dei più disparati generi elettronici. Sul mainstage si sono alternati ad esempio Amelie Lens, Armin van Buuren, Boris Brejcha, Deborah De Luca, John Summit, Oliver Heldends, Timmy Trumpet e Vini Vici. Tutti a modo loro fedeli al loro stile, a prescindere dall’ora nella quale suonavano, che fosse il tramonto o l’alba: John Summit in particolare ha confermato che questa è davvero la sua annata magica. Ultra a Miami, Ibiza, adesso Airbeat One: ovunque va l’artista statunitense originario di Naperville, Illinois si conferma sempre più un top player di categoria. Per quanto riguarda tutti gli altri stage, nota di merito per l’immarcescibile Paul Dyk, per Miss K8 e soprattutto per KlangKuenstler, la cui techno dura e pura ha riempito l’arena dove suonava quasi all’inverosimile.

 

Un pubblico variegatissimo
Ai festival, ormai, il pubblico partecipante appartiene a due se non tre generazioni diverse e non mancano mai le persone che sfoggiano la maglietta del proprio dj preferito con le date dei loro tour, un look che in Italia appartiene più al pubblico dei concerti rock che non a quello elettronico. Altro fattore che mette sempre tutto e tutti nella modalità giusta? Il fatto che si partecipi a realtà come Airbeat One sfoggiando outfit di ogni genere e colore. Tra i tanti soggetti che hanno saputo distinguersi su questo fronte, menzione d’obbligo per chi si è agghindato come Conan il Barbaro, per chi ha preferito indossare la maglia iridata del campione del mondo di ciclismo e per il gruppo formato da tanti Confucio in libera uscita. Tutti in ordine sparso, a differenza del pubblico dell’Harder Stage, caratterizzato da uno stage dove spiccava il muso di un toro particolarmente grintoso, quasi da far sembrare tanti gattini spauriti i tori di Pamplona: chi segue l’hardstyle appartiene ad una community coesa come poche, che si diverte sempre tantissimo, come se stesse partecipando ad una sorta di rito collettivo. E in fondo che cosa è un festival se non – appunto – un rito collettivo?

 

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Dan Mc Sword
Dal 1996 segue, racconta e divulga eventi dance e djset in ogni angolo del globo terracqueo: da Hong Kong a San Paolo, da Miami ad Ibiza, per lui non esistono consolle che abbiano segreti. Sempre teso a capire quale sia la magia che rende i deejays ed il clubbing la nuova frontiera del divertimento musicale, si dichiara in missione costante in nome e per conto della dance; dà forfeit soltanto se si materializzano altri notti magiche, quelle della Juventus.
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