La musica elettronica ha regalato al Regno Unito un contributo economico da 2,4 miliardi di sterline (2,88 miliardi di euro) nel 2024, secondo i dati del Night Time Industries Association (NTIA), però dietro i numeri da capogiro si nasconde un paradosso: festival e biglietti volano, mentre i club soffocano. Nonostante il calo rispetto ai 2,5 miliardi del 2023, il genere musicale ha trainato 310 festival (14% in più), 3 milioni di partecipanti e 646,2 milioni di incassi, con piattaforme come Skiddle che hanno registrato vendite record (163 milioni).
L’80% degli artisti intervistati ha ammesso di essere influenzato in modo significativo dalla scena elettronica, un +73% rispetto all’anno precedente. Eppure, il lato oscuro del successo è tangibile: 72 festival indipendenti cancellati, 23 club chiusi e 10 milioni di serate in meno rispetto al 2023. “Il governo ci tratta come un’opinione, non come un’industria”, accusa Michael Kill, CEO di NTIA, sottolineando come il settore, nonostante il valore culturale ed economico, venga marginalizzato dal Dipartimento per Cultura, Media e Sport.

Le soluzioni adottate dai locali – chiusure anticipate, spazi polifunzionali, programmi diversificati – non bastano più. Kill chiede interventi strutturali: “Serve un riconoscimento politico immediato, non possiamo aspettare l’estinzione”. Il report NTIA prevede infatti la scomparsa di tutti i club entro il 2029, con il 37% già chiuso dal 2020. La proposta di una tassa sui biglietti degli eventi più grandi per sostenere i piccoli venue, simile al modello calcistico, è ancora in stallo.

“Il governo britannico non ha competenza per salvarci, dobbiamo farcela da soli”, aggiunge Kill, ricordando gli ultimi “5-6 anni infernali”. Intanto, l’industria si aggrappa ai numeri positivi: 85,5 milioni di serate a tema elettronico tra club e festival, con un +1% di fatturato totale (134 milioni). Ma senza un cambio di rotta, avverte NTIA, il futuro sarà un deserto di luci spente.
06.03.2025