Foto: @facebook.com/RoyAyers
Con un pesante carico di emozione, la famiglia di Roy Ayers ha confermato la dipartita del leggendario vibrafonista, compositore e produttore, spentosi a New York il 4 marzo 2025 all’età di 84 anni dopo una lunga malattia. Un comunicato breve e commovente ha ricordato i suoi “84 anni bellissimi”, sottolineando quanto la sua assenza lascerà un vuoto incolmabile nel cuore di chi lo amava. La richiesta di privacy da parte dei familiari è stata accompagnata dall’annuncio di una prossima celebrazione della sua vita, un tributo atteso da fan e colleghi pronti a rendere omaggio a un gigante della musica.

Roy Ayers non è stato solo un artista: è stato un ponte tra generi, un innovatore che ha trasformato il jazz in funk, il funk in soul, e il soul in colonne sonore per milioni di persone. La sua firma è impressa in brani come ‘Everybody Loves the Sunshine’, inno solare diventato simbolo di speranza, o ‘Searchin’, traccia che ha plasmato l’hip-hop degli anni ’90, campionata da artisti da A Tribe Called Quest a Mary J. Blige.
Nato a Los Angeles nel 1941, Ayers esplose negli anni ’70 con la Roy Ayers Ubiquity, progetto che fuse jazz, ritmi africani e groove elettrico, anticipando il futuro della musica nera. Il suo vibrafono, strumento spesso relegato al jazz tradizionale, nelle sue mani divenne un’estensione dell’anima: melodie ipnotiche, accordi vellutati, improvvisazioni che parlavano di amore, libertà e resilienza.
Collaborò con giganti come Herbie Hancock e Fela Kuti, label come la Trax, mentre il suo sound veniva adottato dalle piste da ballo, dalle radio underground e persino dai movimenti per i diritti civili. Negli anni, il suo nome è diventato sinonimo di eleganza musicale, un’icona senza tempo celebrata da Pitchfork ai Grammy, ma soprattutto dal pubblico, che lo ha acclamato in tour infiniti fino a pochi anni fa. La sua eredità? È nei sample che continuano a riempire le hit di oggi, nei giovani produttori che studiano i suoi arrangiamenti, nelle note che ancora risuonano nei club di tutto il mondo. Roy Ayers era un alchimista: trasformava le note in emozioni, il dolore in bellezza, il silenzio in poesia. E mentre il mondo lo saluta, quel sole musicale che ha creato — caldo, avvolgente, necessario — non smetterà mai di brillare.
Roy Ayers, vibrafonista e compositore statunitense, è stato una delle figure più influenti del jazz-funk. Nato nel 1941, esordì nel jazz prima di rivoluzionare il genere con fusioni innovative, diventando un pilastro per hip-hop, R&B e musica elettronica. La sua opera, campionata da innumerevoli artisti, resta una pietra miliare della cultura musicale globale.
07.03.2025