• MERCOLEDì 19 MARZO 2025
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Addio a Roy Ayers, morto a New York il pioniere della pre-house music

Il mondo della musica piange la scomparsa del pioniere del jazz-funk, autore di brani indimenticabili e fonte d'ispirazione per generazioni

Foto: @facebook.com/RoyAyers

Con un pesante carico di emozione, la famiglia di Roy Ayers ha confermato la dipartita del leggendario vibrafonista, compositore e produttore, spentosi a New York il 4 marzo 2025 all’età di 84 anni dopo una lunga malattia. Un comunicato breve e commovente ha ricordato i suoi “84 anni bellissimi”, sottolineando quanto la sua assenza lascerà un vuoto incolmabile nel cuore di chi lo amava. La richiesta di privacy da parte dei familiari è stata accompagnata dall’annuncio di una prossima celebrazione della sua vita, un tributo atteso da fan e colleghi pronti a rendere omaggio a un gigante della musica.

 

Roy Ayers non è stato solo un artista: è stato un ponte tra generi, un innovatore che ha trasformato il jazz in funk, il funk in soul, e il soul in colonne sonore per milioni di persone. La sua firma è impressa in brani come ‘Everybody Loves the Sunshine’, inno solare diventato simbolo di speranza, o ‘Searchin’, traccia che ha plasmato l’hip-hop degli anni ’90, campionata da artisti da A Tribe Called Quest a Mary J. Blige.

Nato a Los Angeles nel 1941, Ayers esplose negli anni ’70 con la Roy Ayers Ubiquity, progetto che fuse jazz, ritmi africani e groove elettrico, anticipando il futuro della musica nera. Il suo vibrafono, strumento spesso relegato al jazz tradizionale, nelle sue mani divenne un’estensione dell’anima: melodie ipnotiche, accordi vellutati, improvvisazioni che parlavano di amore, libertà e resilienza.

 

Collaborò con giganti come Herbie Hancock e Fela Kuti, label come la Trax, mentre il suo sound veniva adottato dalle piste da ballo, dalle radio underground e persino dai movimenti per i diritti civili. Negli anni, il suo nome è diventato sinonimo di eleganza musicale, un’icona senza tempo celebrata da Pitchfork ai Grammy, ma soprattutto dal pubblico, che lo ha acclamato in tour infiniti fino a pochi anni fa. La sua eredità? È nei sample che continuano a riempire le hit di oggi, nei giovani produttori che studiano i suoi arrangiamenti, nelle note che ancora risuonano nei club di tutto il mondo. Roy Ayers era un alchimista: trasformava le note in emozioni, il dolore in bellezza, il silenzio in poesia. E mentre il mondo lo saluta, quel sole musicale che ha creato — caldo, avvolgente, necessario — non smetterà mai di brillare.

Roy Ayers, vibrafonista e compositore statunitense, è stato una delle figure più influenti del jazz-funk. Nato nel 1941, esordì nel jazz prima di rivoluzionare il genere con fusioni innovative, diventando un pilastro per hip-hop, R&B e musica elettronica. La sua opera, campionata da innumerevoli artisti, resta una pietra miliare della cultura musicale globale.

 

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Riccardo Sada
Riccardo Sada
Distratto o forse ammaliato dalla sua primogenita, attratto da tutto ciò che è trance e nu disco, electro e progressive house, lo trovate spesso in qualche studio di registrazione, a volte in qualche rave, raramente nei localoni o a qualche party sulle spiagge di Tel Aviv.
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