• MARTEDì 23 APRILE 2024
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A lezione da Richie Hawtin

L’artista canadese e il suo nuovo progetto multimediale, presentato in un minitour negli Apple Store di Parigi, Londra e Milano

Foto di Kasia Zacharko

“Un progetto audio e visual creato per dimostrare come la tecnologia abbia ridefinito e ampliato il concetto di djing”. Così Richie Hawtin ha presentato CLOSE COMBINED, la sua ultima creazione, durante l’incontro tenutosi nei giorni scorsi all’Apple Store di Milano. CLOSE COMBINED è una app interattiva che permette di modificare le inquadrature dei set di Hawtin, remixare i video o scomporne le tracce presenti. Una app disponibile a giorni, ma di che cosa si tratti lo si può iniziare a capire dal video di 64 minuti caricato su YouTube. 

 

Una vera e propria (definitiva?) evoluzione della compilation ‘DE9’, uscita originariamente nel 2001 e da tutti ritenuta uno dei miglior mix album della storia, disponibile sia in versione video che audio, con estratti delle performance live a Glasgow, Londra e Tokyo. La app consente di vedere il set di Hatwin da una serie di prospettive differenti: quella del pubblico, quella dell’artista e quella… del set-up. Ce n’è davvero per tutti i gusti. Testato nel 2016 al festival polacco Unsound, CLOSE live ha debuttato nel 2017 al Coachella, per poi approdare in poche e selezionate situazioni e location: il Sónar di Barcellona, lo storico teatro Olympia di Parigi e l’Opera House di Sydney su tutte. Un’avventura esaltante, che vivrà la sua ultima volta sabato 23 novembre al Palladium di Hollywood, con Hawtin affiancato nell’occasione dal nostro Joseph Capriati.

 

Durante la presentazione milanese, Hawtin ha saputo raccontare con il suo innato carisma ed altrettanta semplicità il perché di un progetto così articolato e quali siano le regole fondamentali che un dj non deve mai dimenticare, nemmeno per una frazione di secondo.

“Io voglio sempre e soltanto offrire il meglio di me stesso” – ha spiegato l’artista canadese – “senza playlist o ammiccamenti al pubblico, a meno che questi ultimi che non siano naturali. Fare il dj è molto semplice: si devono mettere due tracce a tempo, sapere quando sia il momento giusto per farlo e prestare la massima attenzione al contesto in cui si suona, alla location e al pubblico. Senza avere paura di sbagliare; a volte si verificano quelli che io chiamo ‘buoni errori’, che aiutano a crescere e a fare esperienza”.

“Punto sempre a creare qualcosa di inedito, non amo rifare le stesse cose” – ha proseguito Hawtin – “anche perché la stessa traccia suonata il giorno prima ad un festival può risultare fantastica, proposta il giorno dopo in club può svuotare la pista in pochi secondi. Senza dimenticare che un set risente del nostro stato d’animo, di quello dei clubber presenti e di tantissime altre variabili: quando entro in uno stato d’ipnosi e si crea un tutt’uno tra me e il dancefloor, allora e soltanto allora posso dire di avere raggiunto il risultato che mi sono prefisso. E tutto diventa naturalmente magico”.

 

Come sono stati magici i venti minuti di set che Hawtin ha regalato al pubblico presente all’Apple Store di Milano, dove il pubblico era quasi ipnotizzato e non osava alzarsi a ballare – forse per la particolarità della location – anche se nessuno riusciva a stare fermo, inclusa la famiglia giapponese che si è trovata per caso in mezzo alla sala, mentre la musica di CLOSE vibrava a più non posso. La mamma muoveva a tempo la carrozzina del neonato, il fratellino maggiore in un primo momento si tappava le orecchie, per poi farsi catturare a sua volta dai suoni di Hawtin. Potenza e mistero della musica elettronica.

 

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Dan Mc Sword
Dal 1996 segue, racconta e divulga eventi dance e djset in ogni angolo del globo terracqueo: da Hong Kong a San Paolo, da Miami ad Ibiza, per lui non esistono consolle che abbiano segreti. Sempre teso a capire quale sia la magia che rende i deejays ed il clubbing la nuova frontiera del divertimento musicale, si dichiara in missione costante in nome e per conto della dance; dà forfeit soltanto se si materializzano altri notti magiche, quelle della Juventus.