• MARTEDì 19 MARZO 2024
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Come fare un drop alla Disclosure

Riprodurre i suoni di synth che hanno caratterizzato i successi della coppia non è impossibile, basta seguire alcuni passaggi

I fratelli Howard e Guy Lawrence, noti al mondo come Disclosure, sono figli di musicisti professionisti e quindi sono partiti davvero avvantaggiati, rispetto a molti, quando si è trattato durante i primi passi di comporre e produrre brani. Con alle spalle tre album di notevole successo, i Disclosure si sono creati un imprinting sonoro davvero riconoscibile che ha attirato a sé nomi come Khalid, Lorde, Slowthai e Sam Smith.

I Disclosure sono diventati quindi un punto fermo non solo per via dei live coinvolgenti e unici ma anche per il sound elegante e allo stesso tempo semplice, pop e comunque vicino a una prima house di inizio anni Novanta. La loro abilità sta nella sintesi del suono e nelle patch di synth create ad hoc di volta in volta, brano per brano, drop dopo drop. Un sound design curato nei minimi dettagli da analizzare, più volte proposto negli store digitali grazie a delle sound bank che sono andate realmente vicine alle matrici degli originali.

 

Il primo synth preso in considerazione è quello protagonista di ‘Know Your Worth’, dell’anno scorso. I Disclosure hanno usato l’FM8 di Native Instruments per creare questo suono, ottenibile usando praticamente qualsiasi altro synth. Il primo passo è considerare subito la matrice del suono stesso. Per portarlo a un mood grezzo, bisogna intervenire sull’onda sinusoidale predefinita aumentando i rapporti e lavorando su più ottave; si indirizza tutto a un bus di uscita a un livello di 40 (su 100) sulle basse e si cerca un po’ di profondità. Si otterrà qualcosa di caldo e meno… vuoto.

 

Per rendere il suono maggiormente personale, si usa l’inviluppo di ampiezza di FM8, e per renderlo più percussivo bisogna impostare l’attacco a -50 aumentando il decadimento a 20 e riducendo il sustain a -99. Questo dà al suono una sensazione più impattante e dinamica. Aumentando il rilascio a 80 si ottiene un suono molto alla Disclosure, tuttavia prima bisogna eliminare qualsiasi clic e comprimerlo un po’. Decimort 2 di D16 crea infine un lieve aliasing digitale e il riverbero Goldplate di Kush Audio anticipano il mix.

 

Per arrivare a dei tappeti garage house come quelli di ‘Who Knew?’ si può utilizzare un Polysix VST della Korg. Si parte dal preset Init, si imposta l’oscillatore (VCO) sulla modalità dente di sega e si disattiva la modulazione dell’ampiezza dell’impulso; si imposta la sorgente di modulazione 1 in modo che la velocità delle note via MIDI in ingresso possano ‘aprire’ leggermente il cutoff del filtro e si crei un suono più organico. Si imposta sul 2 il filtro (VCF) lavorando di cutoff e si dà una leggera risonanza (tacca 3). Si accendono alcuni key tracking (il valore è 60) così che il filtro si possa aprire.

 

L’inviluppo dell’amplificatore va messo tra 1 e 2, per l’attacco. Il decadimento ha un sustain di 6. Aumentando il rilascio, ci si accorgerà che il pad avrà una coda fluente. Per rendere più movimentato il suono bisogna portare le voci d’unisono a 2. La manopola detune va su 4 e il resto dei knob vanno quasi a 5.

Gli amanti di Serum di Xfer Records saranno contenti di rivivere le atmosfere acid house di ‘My High’ senza usare una TB-303 della Roland. Impostando la forma d’onda dell’oscillatore A su Basic Shapes, si regola la posizione wavetable su 2 per creare un’onda a dente di sega. Il filtro ideale è un MG Low 18 con un cenno di lowpass 18dB/ott. Si riduce il cutoff del filtro a 50Hz e si arriva a una risonanza del 75%. L’inviluppo 1 viene assegnato per modulare il cutoff del filtro (con un’impostazione di 50); si riduce quasi a zero il sustain dell’inviluppo e si porta il decadimento a circa 500 ms.

 

Per rendere ancora più acido il suono bisogna lavorare sul filtro e sui parametri che rendono più fat la matrice. Questo porta a rendere il risultato un po’ troppo ricco di rumori di fondo, così meglio ridurre il livello del volume principale a circa il 55% per tenere sotto controllo l’uscita generale. La macro 1 della manopola di decadimento dell’inviluppo 1 consentirà di aprire ancor più il suono.

 

Terzo e ultimo suono quello del lead synth che richiama l’organo garage e deep house di ‘You And Me’. Si parte da un Massive di Native Instruments. Si imposta l’oscillatore 1 su una wavetable triangolare e lo si indirizza al filtro 1. La wavetable quadrata guida l’oscillatore 2. L’intonazione di questo oscillatore (che lavora fino a 31 semitoni) viene portata sopra due ottave e a un intervallo di settima verso l’alto (va indirizzato al filtro 1).

Per modellare ulteriormente il tono, basta impostare il filtro 1 su lowpass 4 (24dB/ottava) e portare il cutoff al minimo. Il volume del filtro va al massimo. L’inviluppo 3 va usato per modulare il cutoff del filtro. L’impostazione di un attacco veloce, un decadimento medio, un sustain minimo e un rilascio sufficiente per evitare fastidiosi clic danno al lead il giusto sapore. Qualche effetto e il drop è fatto.

 

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Riccardo Sada
Riccardo Sada
Distratto o forse ammaliato dalla sua primogenita, attratto da tutto ciò che è trance e nu disco, electro e progressive house, lo trovate spesso in qualche studio di registrazione, a volte in qualche rave, raramente nei localoni o a qualche party sulle spiagge di Tel Aviv.