• SABATO 27 LUGLIO 2024
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Incongruenze e miti da sfatare sul mastering (terza e ultima parte)

Per questa terza e ultima parte, una volta per tutte, la parola ai protagonisti

E arriviamo alla terza e ultima parte dei miti da sfatare sul mastering, dopo la prima e la seconda parte. Andiamo però a ritroso. Proprio sulle pagine di DJ Mag Italia, in un incontro Morris Capaldi emerse il discorso di mastering creativo.

TeetoLeevio però storce il naso: “Se devi fare dei magheggi in mastering, magari riesci sicuramente a migliorare molto una produzione mediocre, e va benissimo, se è quello che serve al brano o all’album. Tuttavia, secondo me i migliori master sono quelli più rispettosi del mix.

Ed ecco la mentalità old school. “Senza super catene sullo stereo bus già in mix, come fanno alcuni, il master dovrebbe essere molto molto simile allo stereo mix. No Miracolizer. No superchain di plugin sullo stereo bus mentre mixi. Però ognuno deve essere libero di pensarla come crede”.

Walter Mangione nello studio dei Watt & Jack

“Il mastering creativo non dovrebbe esistere”, precisa Pretolesi. “Infatti, viene approvato un mix, e non in un momento successivo un brano in fase di mastering. Visto che ci stiamo muovendo in una fase più ibrida con lo stem mastering, il mind set su cui ci possiamo muovere c’è ma è limitato e quindi a livello creativo si può fare ben poco”.

Non crede molto nel mastering creativo anche Rexanthony. “L’obiettivo principale di chi fa mastering deve essere quello di far pompare al massimo il prodotto finale senza mandare nulla in saturazione. Nello specifico la caratteristica più importante è quella di riuscire a far percepire ogni singolo suono, creando un sound finale con una grande ampiezza sonora”. Camillo Corona: “Con fase creativa si intende proprio il gusto della parte tonale che vogliamo far assumere al brano, che si ottiene nella maggior parte dei casi con gli equalizzatori e la parte di saturazione (aggiungendo armoniche). Decidessimo per un approccio creativo in fase di mastering, questo deve essere accordato in ogni caso con il cliente”.

Rexanthony nel suo Musik Research studio

Picciafuochi, se non riceve indicazioni specifiche, non si permette di alterare il lavoro altrui. “A volte ho chiesto io il permesso di fare qualcosa di più di una semplice ottimizzazione e bilanciamento dei suoni, ma solo quando sento che il potenziale di un brano non è stato espresso al massimo”.

In sintesi? “La creatività subentra anche quando, per arrivare al target prefisso, si debbano tracciare soluzioni mai sperimentate prima. Una ricerca sonora che non ha nulla da invidiare all’atto della composizione, quello che cambia sono solo gli strumenti di lavoro”.

 

 

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Riccardo Sada
Riccardo Sada
Distratto o forse ammaliato dalla sua primogenita, attratto da tutto ciò che è trance e nu disco, electro e progressive house, lo trovate spesso in qualche studio di registrazione, a volte in qualche rave, raramente nei localoni o a qualche party sulle spiagge di Tel Aviv.